Con l’inizio del nuovo anno parte l’iter che dovrà portare all’approvazione di un Regolamento regionale sulla coesistenza tra OGM e colture convenzionali e biologiche. La direzione centrale Attività produttive e Risorse agricole ha infatti promosso una consultazione con tutti i portatori di interesse (associazioni degli agricoltori e dei consumatori, associazioni ambientaliste, esperti delle Università e degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali, ARPA) per individuare, attraverso un approfondito confronto, le misure per evitare la presenza involontaria di OGM nelle colture convenzionali e biologiche. Il confronto sui contenuti si svilupperà in tre giornate, mercoledì 8, giovedì 9 e venerdì 10 gennaio, e sarà propedeutico alla approvazione in via preliminare del nuovo Regolamento, da notificare alla Commissione europea prima della definitiva emanazione.
Assieme alla lettera di convocazione alle audizioni, è stato anche inviato un dettagliato documento “finalizzato – spiega il vicepresidente della Regione e assessore alle Risorse agricole Sergio Bolzonello – a illustrare i temi sulla base dei quali andrà perfezionato il Regolamento regionale sulle misure di coesistenza con gli OGM, che dovrà essere molto rigido”, ha ribadito. In dieci cartelle, il documento predisposto dalla direzione centrale Attività produttive e Risorse agricole descrive sia i contenuti delle norme generali che riguarderanno tutte le varietà di colture OGM, che le indicazioni specifiche sulle coltivazioni di mais.
Primo requisito per procedere alla coltivazione di varietà OGM sarà la partecipazione ad attività formative
. Parallelamente – come peraltro previsto dalle norme regionali già in vigore dal 2011 – si ricorda che sarà istituita una tariffa a copertura dei costi che l’ERSA sarà chiamata a sostenere per gli accertamenti tecnici sul rispetto delle stesse misure di coesistenza e verranno introdotte anche limitazioni territoriali alle colture OGM.
Per quanto riguarda invece il solo mais, si anticipa che il Regolamento dovrà prevedere specifiche prescrizioni per scongiurare il rischio di commistione fra colture transgeniche e tradizionali sia per quanto riguarda le coltivazioni che le operazioni di semina, raccolta e trasporto.