Il ruolo avuto da Lisandra Aguila Rico la sera del massacro, “é uno degli aspetti che devono essere chiariti” della vicenda. Lo ha ribadito il difensore della giovane, avvocato Carlo Serbelloni, che non ha voluto commentare le indiscrezioni di stampa in base alle quali la sua assistita avrebbe confessato nel corso dell’interrogatorio di essere l’autrice del duplice omicidio della notte tra il 17 e il 18 agosto scorsi. Di essere cioé la mano che ha impugnato il coltello che ha ucciso Paolo e Rosetta. “Mi riservo di approfondire tutta la questione”, ha aggiunto, spiegando poi le ragioni processuali che lo hanno indotto a consigliare stamattina alla giovane cubana di avvalersi della facoltà di non rispondere. “I chiarimenti che dovevamo fornire li abbiamo dati nel corso dell’interrogatorio. A questo punto – ha proseguito – prima di fare qualsiasi dichiarazione voglio ragionare sulla documentazione probatoria in atti, che non ho ancora avuto modo di visionare”. Il faldone, “consistente”, di indizi in mano alla Procura è arrivato negli uffici del gip poco prima dell’ udienza. Motivo per cui anche il giudice, Paolo Lauteri, ha deciso di prendere tempo per studiare gli atti prima di emettere l’ ordinanza. All’interno vi sarebbero i risultati del dna, intercettazioni telefoniche e una serie di atti che accuserebbero Lisandra e il fratello. “Vorrei capire cosa c’é e cosa è ancora da fare”, spiega ancora il legale, che per la ragazza ha domandato una misura meno afflittiva della custodia in carcere chiesta dal pm Danelon. Gli arresti domiciliari, “ove concedibili”, ad esempio, con riserva di individuare una sede idonea. Non a Lignano, ovviamente. “Lignano non l’ho presa neanche in considerazione. Ora vediamo dove sarebbe possibile collocarla. Non ho ancora sentito neanche la madre. Vediamo cosa mi dirà”, ha concluso.
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