Dopo l’anteprima internazionale al Far East Film Festival di Udine, Zombie contro Zombie (One Cut of the Dead) di
Ueda Shinichiro arriva nei cinema italiani con la Tucker Film.
Cosa succede se il set di un b-movie sugli zombie viene improvvisamente assalito da un’orda di zombie veri? Succede che state guardando Zombie contro Zombie (One Cut of the Dead) di Ueda Shinichiro! I morti viventi, al cinema e in tivù, li abbiamo ammirati in tutte le declinazioni, dall’horror d’essai di Romero allo splatter artigianale di Fulci, dalla love story (Warm Bodies) alla parodia (Shaun of the Dead), dall’action claustrofobico (Train to Busan) al noir antropologico (Il serpente e l’arcobaleno), ma la variante metacinematografica giapponese ancora mancava all’appello. Ed ecco, appunto, una comedy autoironica e demenziale, esilarante e chiassosa, premiata nei festival di mezzo mondo e “caso dell’anno” in patria! Una spettacolare zom-com su cui il Far East Film Festival di Udine ha scommesso per primo a livello internazionale (pubblico in delirio, lo scorso aprile, e Gelso d’Argento 2018 assegnato a furor di popolo) e che, il 7/8/9 novembre, arriverà in Italia sotto il segno della Tucker Film.
Ci sono film che diventano cult e ci sono film che nascono cult. Il folgorante Zombie contro Zombie appartiene, senza ombra di dubbio, a questa seconda categoria. Anzi, no, non le appartiene: la rappresenta in tutto e per tutto! Sotto il profilo cinematografico, grazie a una struttura che moltiplica i piani narrativi e grazie alla capacità di fondere commedia e horror, risate e splatter, come non succedeva da anni. Sotto il profilo dell’orgoglio indie, perché trasforma i limiti evidentissimi del low budget (del low low low budget) nella più sfacciata libertà creativa. E, ovviamente, sotto il profilo della produzione e del marketing, visto che Zombie contro Zombie è passato in un battere di ciglia dall’essere un bizzarro outsider al diventare un clamoroso fenomeno commerciale!
Era già capitato a The Blair Witch Project e a quel capolavoro che è La casa di Sam Raimi, se vogliamo restare nell’ambito del cinema horror, e adesso, appunto, è la volta di questa geniale variazione nipponica sul tema dei morti viventi. Nato come saggio di un workshop cinematografico e costato circa 20 mila dollari, Zombie contro Zombie ha letteralmente disintegrato il box office giapponese nell’arco dell’estate (l’incasso complessivo, al momento in cui scriviamo, ha raggiunto i 20 milioni di dollari, per un totale di quasi 2 milioni di spettatori, superando Solo: A Star Wars Story!) e ora si appresta ad assaltare il mercato asiatico ed europeo. Italia in testa.
Sembra una favola, e forse lo è davvero (ricordate molti altri casi in cui gli attori hanno pagato per partecipare a un film?!), quindi risulta sinceramente impossibile non tifare per la crew più scombinata mai apparsa sul grande schermo!
One Cut of the Dead di Ueda Shinichiro è il settimo progetto nato dal workshop “Cinema Project”, creato sotto l’egida della Enbu Seminar, una scuola di Tokyo per aspiranti attori e registi. Dopo aver realizzato una serie di cortometraggi per i quali ha ottenuto svariati riconoscimenti, Ueda ha esordito nel cinema commerciale nel 2015, con uno degli episodi del film Neko Bunnoyon (“Cats Quarters”). Tuttavia, è ancora quasi un esordiente, così come gran parte del cast e della troupe. Inutile dire che il suo budget era quasi inesistente.
One Cut of the Dead, scritto e montato dallo stesso Ueda, inizia come il “making of” di un film di zombie girato in una fabbrica abbandonata fra le colline. Il regista (Hamazu Takayuki) è un perfezionista scorbutico e sudaticcio che, oltre a far impazzire gli attori con le sue pretese, sta per avere un attacco di nervi perché il produttore ha avuto la brillante idea di girare l’intera storia in un unico piano sequenza di trenta minuti per la televisione.
Dopo oltre quaranta riprese, la fabbrica viene attaccata da veri zombie, solo che, invece di invitare tutti a mettersi in salvo, il regista continua a girare, convinto di catturare immagini splendide che gli permetteranno di dare una svolta alla sua carriera. Ma c’è un problema: i terrorizzati attori e membri della troupe vengono trasformati, uno per uno, in veri morti viventi e il grande film del regista rischia di avere come unici spettatori gli zombie stessi.
Fin qui il film è una commedia slapstick girata con energia esagerata e ritmo affannoso, dove la trovata comica più divertente è il regista fuori di testa che, nel pieno del caos, continua ad essere ossessionato dalla propria “arte”.
A metà strada, però, proprio mentre la comicità sta esaurendo la sua forza, la storia ha una svolta sorprendente che infonde agli eventi nuova energia e un diverso filo conduttore. Siamo ancora di fronte a una commedia, ma una di quelle che suscitano vero apprezzamento per la professionalità e la passione dei suoi realizzatori, tutti sconosciuti ma meritevoli di maggior notorietà, zombie inclusi.
Ueda Shinichiro
Ueda Shinichiro è nato nel 1984 nella prefettura di Shiga e ha iniziato a girare film con una Handycam mentre era ancora alla scuola media. Nel 2009, a 25 anni, ha fondato la cooperativa di produzione cinematografica Panpokopina. Fino ad oggi Ueda ha realizzato 13 film, che hanno partecipato a oltre 20 festival in Giappone e all’estero e hanno vinto complessivamente 46 premi. Il suo esordio nel cinema commerciale è avvenuto con un episodio di?/Neko, un film antologico sui gatti, nel 2015.
FILMOGRAFIA
2011 – Okome to Oppai (short)
2011 – Koisuru Shosetsuka (short)
2014 – Kanojo no Kokuhaku Ranking (short)
2014 – Last Wedding Dress (short)
2015 – Nekomanma (segment)
2015 – Take 8 (short)
2018 – One Cut of the Dead