Prosegue la stagione del Teatro della Corte di Osoppo con un nuovo imprevedibile appuntamento. A guadagnarsi la scena sarà, sabato 17 novembre alle 20.45, uno spettacolo che unisce due grandi tradizioni italiane: la commedia dell’arte e l’opera lirica.
Sarà, infatti, l’opera più famosa di Gioacchino Rossini, “Il Barbiere di Siviglia” ad andare in scena con una rappresentazione teatrale della compagnia veneziana Teatroimmagine per la regia di Benoit Roland. Uno spettacolo divertente, scoppiettante e pluripremiato da diversi festival nazionali e che ha girato il mondo. E, visto che dietro tutto questo c’è Teatroimmagine, una compagnia veneziana con un’esperienza di oltre un quarto di secolo nata con lo scopo di rivalutare la Commedia dell’Arte, non ci si può di certo aspettare che sul palco vada in scena uno spettacolo qualsiasi. Lavorando con una continua ricerca sulle metodiche dell’improvvisazione e dell’interpretazione dei canovacci storicamente tramandati, sulle pantomime e sull’uso delle maschere, è stata rivista in chiave teatrale anche la famosissima opera rossiniana.
Come può una compagnia di Commedia dell’arte avere l’insolenza di mettere in scena un’opera classica come “Il Barbiere di Siviglia”? Si è chiesto il regista Benoit Roland.
Ci ricordiamo tutti l’apertura di Rossini: “…la ran la lera, la ran la là”. Non ci viene, ogni tanto, di cantare sotto la doccia “Figaro qua, Figaro là”? Si, quest’opera fa parte, inesorabilmente, della nostra cultura storica e sociale. Le arie più celebri sono state usate in tutti i frangenti: cinema, musica, televisione… e tocca a noi, oggi, con la nostra esperienza ormai ventennale, di “profanare” un monumento del repertorio operistico italiano.
“Il Barbiere di Siviglia” è un’opera leggera e buffa. Già nella scrittura del libretto (datato 1816 e inizialmente intitolato “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”), riconosciamo subito sotto le vesti di Bartolo il nostre Pantalone de’ Bisognosi: avaro, sospettoso, eternamente innamorato d’una fanciulla tanto più giovane. E Figaro, non somiglia al nostro simpatico Arlecchino, sempre pronto a seminare intrighi attorno a lui? Il Conte d’Almaviva ci ricorda tanto Florindo, l’innamorato dell’ “Arlecchino servitore di due padroni” e Rosina è la classica giovane innamorata.
Don Basilio, maestro di musica, sapientone e corruttibile, somiglia stranamente al nostro panciuto Dottor Balanzone. “Il Barbiere di Siviglia” scritto da Sterbini non è niente altro che un testo, o meglio, un pre-testo; una ragione apparente che metteremo davanti a noi per nascondere l’autentico motivo della nostra scelta. Divertire e divertirsi, rileggendo l’opera di Gioacchino Rossini a modo di Teatroimmagine, ovvero con autoderisione, senza complessi, senza tralasciare il lato musicale e canoro, evitando però il confronto con la divina Callas e colleghi, in virtù dell’unico vantaggio di non essere dei cantanti ma solamente… attori!
Biglietti €12 intero – €10 ridotto info e prenotazione 04321740499 – info@anathemateatro.com