E’ marginale il peso delle Agromafie in Fvg, secondo l’annuale rapporto elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, tranne che nelle province di Gorizia e Trieste che, essendo entrambe città di confine e con un importante sistema portuale, ovviamente risentono dei traffici illeciti provenienti da altri Paesi e che transitano per i loro territori. Se, infatti, l’indice di criminalità del Bel Paese è di 29,1 punti con Ragusa che denuncia 100 punti, Reggio Calabria 99,4, Napoli 78,9 e Pescara 71,4, Gorizia, la prima per indice di criminalità del Fvg, denuncia un “misero” 32,7 e Trieste, la secondo, solo un 27,9. Molto più bassa Udine con 9,3 e chiude Pordenone con un minuscolo 3. Ma quali sono i reati considerati che fanno delle agromafie uno dei business più importanti visto che supera i 16 miliardi di euro l’anno?
Sono l’associazione per delinquere di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, contraffazione di marchi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori che, come accennato, spesso vengono scoperti proprio sui confini e nei porti.
“Per questo chiediamo – ha detto il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora a Roma alla presentazione dei dati – una intensificazione dei controlli sui prodotti agroalimentari in entrate in Italia. Quando abbiamo organizzato, in collaborazione con le forze dell’ordine dei presidi al Brennero, abbiamo trovato molte “schifezze” in entrata. L’insieme di questi reati non indebolisce solo il sistema produttivo agroalimentare ma anche l’immagine di grande qualità che il made in Italy s’è costruito in questi decenni”.
I dati sono stati diffusi a Roma proprio oggi all’incontro di presentazione del quarto Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia. “Per raggiungere l’obiettivo – ha spiegato Coldiretti – i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – insiste Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio made in Italy”.
Gli aspetti patologici dell’indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va dal produttore al consumatore, sono la conseguenza non solo dell’effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto, secondo l’analisi della Direzione Investigativa Antimafia. La costante osservazione critica di tutto ciò che accade nel mondo della produzione e della distribuzione del cibo e le puntuali denunce delle situazioni di irregolarità potrebbero trasmettere l’idea che l’Italia sia irrimediabilmente la culla della corruzione e delle mafie. Al contrario, le denunce del Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare mettono in risalto come nel nostro Paese questo genere di notizie vengano alla luce poiché esiste un controllo severissimo, anche perché i consumatori possono contare sull’impegno dei diversi comparti specializzati delle Forze dell’Ordine – il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, lo SCICO-GDF, il Corpo Forestale ora confluito nel Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, la DIA – dei Ministeri dell’Agricoltura, della Salute e della Giustizia (che lavora alla messa a punto di leggi a tutela del settore), della Magistratura, sempre più attenta nei confronti di un tema a lungo trascurato. La ricchezza delle informazioni sull’argomento dimostra che i nostri cibi sono i più sicuri del mondo perché sempre controllati da autorità diverse ed indipendenti. Circostanza che non si riscontra negli altri Paesi, neppure in quelli dell’Unione europea.
INDICE DI CRIMINALITA’: LA MAPPA DEL TERRITORIO
Province
IOC
Province
IOC
Province
IOC
Ragusa
100,0
Pistoia
35,1
Venezia
15,6
Reggio Calabria
99,4
Cagliari
34,7
Bologna
15,2
Napoli
78,9
Ancona
34,5
Brescia
14,9
Pescara
71,4
Gorizia
32,7
Ravenna
14,4
Caltanissetta
69,4
Teramo
31,5
Lucca
14,3
Caserta
68,4
L’Aquila
31,2
Forlì-Cesena
13,9
Foggia
67,4
Terni
30,0
Sondrio
13,8
Vibo Valentia
65,3
Viterbo
29,1
Varese
12,9
Crotone
58,4
Italia
29,1
Massa-Carrara
12,5
Catania
57,5
Trieste
27,9
Siena
12,1
Perugia
55,9
Ascoli Piceno
27,8
Verona
11,5
Catanzaro
55,3
Oristano
27,1
Pavia
11,1
Imperia
54,3
Grosseto
26,9
Padova
11,0
Brindisi
51,6
Alessandria
26,9
Reggio nell’Emilia
10,4
Frosinone
49,3
Roma
26,7
Cremona
10,3
Siracusa
49,2
Chieti
26,3
Mantova
9,4
Isernia
48,9
Novara
24,5
Udine
9,3
Enna
48,4
Savona
24,1
Modena
8,7
Palermo
47,5
Asti
24,0
Lodi
8,6
Cosenza
47,3
Prato
24,0
Piacenza
8,1
Nuoro
46,3
Arezzo
23,9
Parma
7,7
Sassari
45,9
Genova
23,4
Ferrara
6,4
Trapani
45,3
Macerata
23,3
Bergamo
5,9
Salerno
44,3
Verbano-Cusio-Ossola
22,7
Cuneo
5,7
Agrigento
43,4
Rimini
21,7
Como
5,6
Latina
43,3
Rovigo
21,3
Vicenza
4,6
Potenza
42,9
Livorno
20,2
Pordenone
3,0
Campobasso
42,7
Fermo
19,7
Bolzano
1,5
Avellino
42,3
Rieti
19,6
Belluno
0,9
Barletta-Andria-Trani
40,9
Vercelli
19,1
Trento
0,6
Bari
40,9
Biella
18,8
Treviso
0,5
Messina
40,6
Torino
18,8
Monza e della Brianza
0,1
Taranto
39,4
Firenze
18,8
Lecco
0,0
La Spezia
38,7
Milano
17,9
Carbonia-Iglesias
.
Lecce
37,4
Pesaro e Urbino
17,3
Medio Campidano
.
Matera
37,3
Pisa
17,1
Ogliastra
.
Benevento
35,7
Aosta
17,1
Olbia-Tempio
.
Fonte: Eurispes
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