Si è conclusa con l’emissione e la contestuale notifica di due ordinanze di custodia cautelare in carcere (sei ottobre), successiva a due arresti in flagranza (primo maggio) l’operazione HIGHWAY condotta dai Carabinieri del NORM della Compagnia di Palmanova, sotto la direzione della Dott.ssa Maria Caterina PACE, Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura di Udine, mirata alla disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nei reati contro il patrimonio.
La complessa e serrata indagine veniva avviata a seguito di denunce di furti, perpetrati nel corso delle notti comprese tra il 20 e il 31 gennaio 2017, ai danni di abitazioni nei comuni di Porpetto, Gonars e Bagnaria Arsa.
In quell’occasione ignoti, avevano asportato con lo stesso modus operandi, diversi monili d’oro, telefoni cellulari, bigiotteria e soldi in contante. Dopo i furti sul territorio facevano perdere le proprie tracce.
L’attività investigativa, in una prima fase, non portava a nessun tipo riscontro. I rei parevano letteralmente scomparire nel nulla. Non si potevano raccogliere nemmeno dei dati utili circa la presenza di automezzi sospetti in transito sul territorio, contestualmente o dopo il compimento dei furti.
Caparbiamente, i militari dell’Arma estendevano i tradizionali metodi di indagine su un raggio più ampio al fine di ricercare almeno un elemento utile per lo sviluppo dell’attività investigativa. Successivamente, l’incrocio tra le citate metodologie e la successiva analisi dei dati raccolti, permettevano di individuare un furgone utilizzato dai malfattori per raggiungere il luogo dei furti.
Qui la svolta. Si è scoperto che l’automezzo utilizzato percorreva esclusivamente la rete autostradale (da qui il nome dato all’indagine), per accompagnare il complice, lasciarlo in una piazzola di sosta o più raramente una stazione di servizio, che veniva cambiata di volta in volta, e continuare il suo percorso sulla stessa linea autostradale, allontanandosi per parecchi chilometri (a volte anche più di 100). Così facendo qualsiasi controllo effettuato dell’automezzo faceva si che lo stesso non potesse essere associato ai vari furti in abitazione che si stavano perpetrando o erano stati perpetrati in quella determinata giornata. Nello stesso frangente, il complice, scavalcando la recinzione a lato della sede autostradale, attraversando i campi, si dirigeva nel più vicino Comune e portava a termine il colpo.
A “fine serata” l’autista del furgone si faceva trovare in un luogo prefissato, sempre in autostrada e il complice, a ritroso, scavalcava la recinzione e risaliva sul mezzo per fare ritorno verso il loro domicilio localizzato in un comune del Lago di Garda.
I furti venivano sempre commessi nell’arco serale/notturno e nella maggior parte di essi con le persone presenti all’interno delle abitazioni, con la conseguente sensazione di accresciuto allarmismo e preoccupazione dei cittadini residenti in quei Comuni o in quelli circostanti.
Come in una partita a scacchi, le successive attività investigative condotte sia attraverso pedinamenti, sia con il ricorso ad attività tecniche più incisive, permettevano di giungere all’individuazione ed all’identificazione dei componenti del sodalizio costituito da 3 cittadini di nazionalità romena, già noti alle forze di polizia e pluripregiudicati per reati contro il patrimonio.
I Carabinieri di questa Compagnia, a fine della complessa ed articolata indagine, hanno contestato ai tre cittadini romeni la commissione di quasi 80 furti in abitazione (78 per la precisione), tutti perpetrati dalla fine di gennaio, al 1° maggio 2017, giorno dell’arresto in flagranza di reato di due di questi.
Gli stessi hanno dimostrato di muoversi con disinvoltura su tutto il Nord Italia. Sono stati portati alla luce non pochi elementi oggettivi che li hanno localizzati nelle province di Udine, Gorizia, Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Cremona, Pavia, Piacenza, Alessandria, ove dove di fatto hanno perpetrato i furti in abitazione e/o in attività commerciali.
Parte della refurtiva, già recuperata da militari della Compagnia di Palmanova, ammonta a circa 20.000 euro, ed è stata restituita ai legittimi proprietari.
L’attività, come detto, ha portato in primis all’arresto in flagranza di reato di due cittadini romeni: Plugaru Marian, trentacinquenne e Podan Ionel Marius, trentaduenne e, successivamente all’emissione, nei confronti del Plugaru e di un terzo cittadino rumeno, Dumitriu Mihai quarantunenne, di due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Per quest’ultimo, ancora ricercato, verrà richiesto al GIP un mandato di arresto europeo (MAE).