Paolo Rossi e la compagnia Babygang

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Ritorna a Udine uno degli attori più amati e applauditi dal pubblico friulano: sabato 7 novembre, alle 20.45, infatti sul palco del “Giovanni da Udine” ci sarà il grande Paolo Rossi con D’ora in poi – Come sarebbe se fosse diverso? Lo spettacolo, ricordiamo, aprirà ufficialmente la sezione CrossOver della Stagione 2009/2010 (prossimo appuntamento, il 18 gennaio, con Ute Lemper e l’affascinante Last tango in Berlin).
Esperpento. Così Ramòn Marìa del Valle Inclàn chiamava le sue farse, grottesche e anarcoidi, e l’esperpento Luci di Bohemia (1920) vede protagonista Max Estrella, poeta cieco deciso a chiudere in baldoria anche gli ultimi istanti della vita. Un antieroe ribattezzato Max Stella da una giovane regista e drammaturga, Carolina De La Calle Casanova, che da quello spunto ripercorre con il suo D’ora in poi la folta galleria di antichi maestri controcorrente, da Baudelaire a Kerouac, passando per Marilyn, Van Gogh e Marco Pantani. Tutta gente esagerata, che consuma e brucia la vita e, magari, sconta la fama con la solitudine…
Vincitore del concorso Nuove Sensibilità al Teatro Festival Italia, lo spettacolo è un circo onirico e carnevalesco, incalzante e travolgente, allestito anche per evidenziare il disagio della generazione del Duemila, orfana di padri, cinica e disillusa, al più propensa a clonare i modelli del passato o a consumare, idolatrare e rapidamente gettare quelli effimeri del presente. Nemmeno tanto velatamente, ne esce un affresco sulfureo del nostro tempo, specie di un’Italia allo sbando, corrotta e volgare perché schierata dalla parte della propria ignoranza (come direbbe Adorno). Contenuti al vetriolo immancabili se a condurre le danze, con i giovani compagni d’avventura della Compagnia BabyGang, è Paolo Rossi, piccolo grande attore sempre on the road, tra comicità impietosa e genio surreale, qui punta di diamante di uno spettacolo che, col suo cieco e morente poeta Stella, invita però a tenere gli occhi bene aperti, a chiudere i conti con i miti del passato e a vigilare su ciò che può succedere domani, chissà, d’ora in poi…
Spiega Carolina De La Calle Casanova: «E’ uno spettacolo dedicato ai cattivi e buoni esempi, al nostro mestiere, alla nostra generazione che non sa trovare più il proprio spazio, il proprio tempo, che deve imparare a dimenticare i maestri per uscire nel presente e correre con le proprie gambe – e forse in futuro decidere se diventare maestro a propria volta. D’ora in poi, come sarebbe se fosse diverso? Bene o male che vada, nulla potrà essere come prima, ma forse è tempo di uscire e correre. Adesso».
«Credo sia importante – aggiunge Paolo Rossi – reagire all’ingiustizia da cui siamo circondati, all’arroganza del sistema. Il teatro può essere davvero una forma di resistenza e, chi può farlo, deve impegnarsi. Ma non in una forma di teatro politico, nel senso che gli si attribuiva negli anni Settanta: l’importante, adesso, è che con la propria attività artistica ci si interessi ai problemi. Di tutti. Usando l’intera gamma delle emozioni: il riso, le lacrime…».