Udine, 8 ott – “Il compito di una politica illuminata è rendere
consapevoli i cittadini che per mantenere e migliorare ciò che è
stato realizzato con lotte, passioni e terribili sacrifici è
necessario l’intervento, in qualsivoglia modo, di ognuno di noi”.
Così l’assessore regionale al Lavoro formazione, istruzione,
ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen, ha commentato
l’esperienza della Carta del Carnaro, documento promulgato
cent’anni fa a Fiume da Gabriele D’annunzio e oggi al centro di
una tavola rotonda in videoconferenza promossa dalla Commissione
regionale per le pari opportunità tra uomo e donna del Friuli
Venezia Giulia.
L’assessore, a margine del convegno, ha evidenziato che “la
cittadinanza attiva è necessaria perché, come dimostrano le
nostre attuali costanti restrizioni anti Covid, la libertà e
l’uguaglianza ci appaiono oggi molto fragili. Non ci vuole poi
molto, in un continente in travolgente rimescolamento
antropologico, a finire come nell’Afghanistan degli anni ’70 dove
le ragazze giravano in minigonna e frequentavano l’università e
dieci anni dopo si ritrovarono ingabbiate nei burqa e
nell’integralismo islamico”.
“In una lotta comune donna-uomo, perché solo in questo c’è la
vera uguaglianza, sembra opportuno rivalutare tutto ciò che la
storia ha pensato un secolo fa, come la Carta del Carnaro, che
oggi sembra quasi un messaggio nella bottiglia lanciato per
germogliare anche a grande distanza di tempo” ha sottolineato
ancora Rosolen.
La Carta, scritta da Alceste De Ambris in collaborazione con il
poeta, anticipava principi di parità civile e politica tra uomo e
donna oltre che una serie di libertà che trovarono pieno
compimento solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra cui la
libertà di pensiero, di parola, di riunione, di associazione e di
impresa e un’idea di stato sociale che si fondava sulla dignità
del lavoro.
Su questo tema, introdotto da Dusy Marcolin, presidente della
Commissione regionale pari opportunità tra uomo e donna del
Friuli Venezia Giulia, e dalla regista Noemi Calzolari, sono
stati chiamati a confrontarsi Federico Carlo Simonelli,
responsabile dell’Ufficio “Fiume” e consulente storico del
Vittoriale degli Italiani, Flavia Perina, giornalista,
scrittrice, autrice di “Senza una donna”, Enrico Sbriglia,
penitenziarista, già Dirigente generale dello Stato, e Roberta
Rustia, avvocato esperta di Diritto di famiglia, moderati dalla
giornalista Silvia Stern.
“È necessario raccontare ciò che è stato realizzato – ha
commentato ancora Rosolen -. Qualsiasi intervento fatto all’epoca
appariva come una forzatura necessaria per incidere e modificare
in maniera sostanziale il tema dei diritti delle donne e dei
diritti e della tutela dei lavoratori”.
ARC/SSA/al
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