“Dall’inizio di quest’anno i nostri pensieri, le nostre
preoccupazioni e il nostro dolore si sono addensati in una serie
di lutti che ci hanno colpito profondamente. Desidero dunque
raccogliere il messaggio di pace e di speranza che la Pasqua
vuole mettere a disposizione di tutti gli uomini, senza alcuna
discriminazione o esclusione; e voglio condividere questo
messaggio con la comunita’ regionale”. Queste le parole della
presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in un
messaggio indirizzato alla comunità regionale del Friuli Venezia
Giulia in occasione della celebrazione delle Festività Paquali.
“Il dolore per le vite stroncate a Bruxelles, come a Parigi, ad
Ankara o in Tunisia, – continua Serracchiani – la ferita
bruciante per l strazio di Giulio Regeni, lo stesso sgomento per
la prematura scomparsa di Elisa Valent, non accechino la nostra
umanita’, non abbattano i nostri cuori e non corrodano i valori
di tolleranza e ragionevolezza che custodiamo in noi. Ci sia
fermezza nella condanna per i delitti e decisa opposizione a chi
calpesta le vite umane, a chi stermina i cristiani, gli ebrei e i
musulmani in nome di un maligno, distorto e strumentale uso
dell’Islam. Ma non si perda la stella polare che ha guidato la
costruzione di un sistema di vita che, a cominciare dall’Europa,
mette al centro la persona umana, il cittadino e la sua
inviolabilita’.
Il nostro dovere e’ trasformare il dolore e la rabbia in maggiore
determinazione, in piu’ forte coraggio di affermare,
praticandolo, il diritto della civilta’ e della democrazia
innanzitutto avverso la barbarie del terrorismo, ma anche di
fronte delle opacita di aree grige o di regimi obliqui.
Il Friuli Venezia Giulia propone un modello di convivenza dalle
radici antiche, saldo perche’ fondato su valori profondamente
sentiti e condivisi, austeri forse ma sicuramente autentici.
Abbiamo conosciuto guerre e tragedie, ma quei valori non li
abbiamo mai persi: rispetto della legge, accoglienza, laboriosita
e spirito di sacrificio.
Oggi, ancora una volta torna a noi l’immagine del Cristo
torturato a morte e assurge a simbolo universale della
sofferenza, che indica la vita e la pace come unica salvezza. Un
simbolo che non parla solo ai credenti.
E allora, proprio in quest’anno, in cui s’appressa il 40esimo del
terremoto del Friuli che fu morte e resurrezione di una terra,
auguro alla nostra comunita’, a tutti noi, di riuscire a trovare
la volonta’ buona di lavorare ancora assieme, uniti, essendo noi
per primi – conclude Serracchiani – costruttori di fiducia e di
speranza nel futuro”.
Powered by WPeMatico