Un accordo in dieci punti mirato al contenimento dei danni da fauna selvatica, a partire da quelli provocati dai cinghiali, una criticità più volte segnalata dal mondo agricolo. Coldiretti e Federcaccia del Friuli Venezia Giulia si alleano per favorire azioni comuni contro i 20mila esemplari liberi di circolare nelle campagne e nelle aree urbane: animali che danneggiano le colture e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini.
Nella sala Valduga della Camera di commercio di Pn-Ud, il delegato confederale Giovanni Benedetti e il presidente di Federcaccia Fvg Paolo Viezzi hanno siglato un’intesa fondata sullo storico rapporto tra agricoltura e caccia. L’ambito, si legge in premessa, è quello della «gestione del territorio rurale, con i conseguenti benefici per l’attività venatoria e quella agricola, anche in rapporto al tema della tutela dell’ambiente salvaguardando la biodiversità attraverso la ricostituzione di habitat, il presidio del territorio e delle stesse coltivazioni, con innegabili vantaggi generali al paesaggio agrario, forestale, idrogeologico e alla fauna».
Insieme, dunque, hanno sottolineato Benedetti e il direttore regionale Cesare Magalini citando il primo punto dell’accordo, «per collaborare a progettualità che siano di aiuto nella pianificazione venatoria per contrastare il crescente fenomeno dei danni da selvaggina arrecati alle imprese agricole, compatibili comunque con una cultura tesa alla conservazione, all’uso razionale delle risorse naturali rinnovabili e alla difesa dell’ambiente e della biodiversità».
Tra i contenuti del protocollo mirati a contenere i danni da fauna selvatica, Coldiretti Fvg e Federcaccia Fvg si impegnano a promuovere iniziative di carattere sociologico, storico-culturale, divulgativo e di carattere legislativo e a valorizzare le imprese agricole sulla base di criteri di filiera corta e a “km zero” in grado di fornire fauna selvatica di allevamento da immettere sul territorio tramite i bandi di gara adottati dagli Istituti di gestione venatoria. Federcaccia Fvg è pure disponibile a organizzare a favore degli iscritti il servizio didattico necessario, comprensivo del materiale di studio, per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio, alla caccia di selezione e a quella tradizionale agli ungulati, compresa quella con cani da seguita, con istituzione pure di un Albo dei cacciatori disponibili all’attività di controllo fauna «fruibile da tutti quegli agricoltori che sui fondi di proprietà abbiano bisogno di interventi di contenimento dei selvatici e dei danni». Da parte di Coldiretti Fvg l’impegno a «divulgare i nominativi dell’Albo ai propri associati, incentivando il ricorso a tali soggetti per lo svolgimento dell’attività di controllo fauna».
Il presidente Viezzi parla a sua volta di «unicum nazionale» a proposito di un’intesa che «si pone l’obiettivo del controllo della fauna selvatica da un lato con il contributo dei cacciatori iscritti a un apposito Albo di soggetti abolitati appunto al controllo fauna, dall’altro con un’adeguata formazione, nelle sedi messe a disposizione dalla Coldiretti, degli agricoltori interessati a conseguire la licenza di caccia, uno dei presupposti per il controllo dei terreni di proprietà». Più in generale, prosegue Viezzi, «abbiamo avviato una sinergia che auspichiamo possa consentire alle due associazioni di presentarsi unite al tavolo delle istituzioni per difendere esigenze comuni».