“Si è rinnovato a Grado il rito del Perdòn di Barbana che si ripete ogni prima domenica di luglio dal lontano 1237, come ringraziamento alla Madonna per aver salvato il paese da una terribile epidemia di peste. Quasi d’obbligo un parallelismo con la pandemia e una riflessione sulla necessità, non più procrastinabile, di salvaguardare non solo le nostre tradizioni e la nostra cultura ma anche le nostre eccellenze naturalistiche di cui fanno parte di diritto la Laguna e l’isola di Barbana”. Lo ha detto oggi l’assessore al Patrimonio del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, a margine della processione votiva della comunità gradese a Barbana dove è stata celebrata la Santa Messa da monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo metropolita di Gorizia. La celebrazione si è poi conclusa sul sagrato della Basilica di Sant’Eufemia con l’atto dell’affidamento e la benedizione solenne. “In questo momento storico – ha aggiunto Callari – la processione del Perdòn, in un luogo meta di culto ma anche simbolo della natura, ci invita a compiere una riflessione e a interpretare questo atto devozionale anche come richiesta di perdono per ciò che l’uomo, nel tempo, ha causato agli ambienti naturali. Salvare la naturalità di un luogo come Barbana è un atto importante soprattutto in un contesto pandemico”.
La presenza di Callari, in rappresentanza dell’istituzione regionale, ha voluto significare la consapevolezza dell’Amministrazione del Friuli Venezia Giulia in termini di impegno in difesa dell’ambiente e sulla necessità di una vera riconversione ecologica. Sulla motonave Colombo, Callari ha preso parte alla processione votiva che ha visto il trasporto di una statua della Madonna degli Angeli con un suggestivo corteo di barche dalla Basilica di Sant’Eufemia all’isola di Barbana, dove sorge l’antico santuario mariano, attraversando la laguna. “Un rito commovente – ha concluso Callari – che coniuga spiritualità e natura”.