È stato consegnato ufficialmente giovedì 23 marzo il cantiere per il restauro delle statue, della fontana e del Monumento alla Pace di Piazza Libertà, alla presenza del sindaco di Udine, Furio Honsell, dell’assessore alla Cultura, Federico Pirone, dell’assessore all’Innovazione, Gabriele Giacomini, della manager di Danieli spa, Paola Perabò, della rappresentante della Soprintendenza regionale, Elisabetta Francescutti, e dei funzionari del Comune e della ditta a cui sono state affidate le opere.
Un intervento reso possibile grazie al mecenatismo della Danieli & C. Officine Meccaniche Spa di Buttrio, che già in altre occasioni – dall’angelo del castello ai mori della Loggia di San Giovanni fino al recente intervento sulla statua della Giustizia – ha dato il suo sostegno per la conservazione del patrimonio artistico e architettonico della città. L’intervento, finanziato utilizzando l’Art Bonus, l’agevolazione fiscale voluta dal Governo e riconosciuta a tutti coloro che effettuano un’erogazione liberale a sostegno della cultura, completa quindi il restauro di una delle più affascinanti piazze del centro storico cittadino.
Il contributo della Danieli consentirà il restauro delle quattro installazioni in pietra presenti sul terrapieno, ovvero il Monumento alla Pace di Campoformido, le sculture raffiguranti Ercole e Caco, la colonna con il leone marciano, e la fontana di Giovanni Carrara che si trova sul lato sinistro dello stesso terrapieno. «Anche quest’anno il Comune di Udine realizza delle opere di restauro conservativo del suo patrimonio architettonico, come è giusto che sia per una città d’arte – sottolinea il sindaco Honsell –. Ringrazio in particolar modo la Danieli e il suo presidente Gianpietro Benedetti, che con autentico mecenatismo del XXI secolo si accollano l’onere di riqualificare quello che è il cuore di Udine e del Friuli».
L’intervento ha una durata prevista di 120 giorni per un importo di 72.000 euro (ridotto a 43.000 dopo il ribasso d’asta), affidato all’impresa L.A.A.R. s.r.l. di Udine. «Con questo intervento potremo completare il restauro di uno dei luoghi simbolo della città, già riconosciuto come la più bella piazza veneziana di terraferma – osserva l’assessore Pirone –. Ringrazio quindi la Danieli, che già prima dell’istituzione dell’Art Bonus si era impegnata nel finanziamento di analoghe opere. Spero che il suo esempio possa essere seguito magari anche da altre aziende perché molto ci sarebbe da fare nella nostra regione per garantire la migliore conservazione dei beni architettonici e artistici. Per quanto riguarda Udine, ad esempio, sarebbe importante intervenire con opere di restauro sulla facciata del Castello e sul Partidor di Dino Basaldella. Auspico inoltre che questa occasione possa far riflettere cittadini e turisti sull’importanza di rispettare la città e i suoi tesori».
Monumento alla Pace di Campoformido
La statua in pietra d’Istria è opera dello scultore piemontese Giovanni Battista Comolli , ed è stata realizzata per ricordare il trattato di Pace del 1797 tra Napoleone Bonaparte e il Regno Austro-Ungarico. La scultura fu portata a Campoformido nel 1813, da lì trasferita a Udine nel 1819 e quindi collocata nell’attuale ubicazione. Il basamento cilindrico in pietra d’Istria è opera dell’udinese Michele Zuliani, detto il Lessano, e poggia su uno zoccolo ottagonale incluso dalle scale semicircolari che conducono dal piano della piazza alla salita al Castello congiungendosi a muretti intonacati incorniciati da pietra. Sia lo zoccolo che i muretti saranno entrambi inclusi nell’intervento. L’ultimo restauro risale al 2000, e ha visto lavori di pulitura, consolidamento, stuccatura e stesura di consolidante su tutte le parti lapidee. Attualmente la statua è annerita da depositi superficiali e dalla crescita di vegetazione superiore tra i blocchi di pietra. Il basamento è deturpato poi da scritte, e le stuccature realizzate nel corso dell’ultimo restauro si sono in parte staccate.
Le sculture raffiguranti Ercole e Caco, per gli udinesi Florean e Venturin
Le statue seicentesche di Ercole e Caco, per gli udinesi Florean e Venturin, sono state realizzate in pietra d’Aurisina da Angelo de Putti. In origine erano collocare in piazza XX settembre, nel Palazzo Della Torre, che nel 1717 il Consiglio dei Dieci ordinò di distruggere. Le statue vennero salvate e trasferite nella Piazza Contarena, ora Piazza Libertà. Le due statue sono già state oggetto di restauro nel lontano 2007 a causa della pietra resa porosa dal dilavamento delle acque meteoriche, terreno ideale per la crescita di alghe e licheni dal colore grigio nero, attualmente visibili su gran parte delle superfici, con il risultato che le sculture appaiono scurite in superficie da macchie disomogenee. La loro superficie è molto scabra ed erosa, mentre i basamenti, anch’essi oggetto dell’intervento insieme ai gradini, hanno subito vari interventi conservativi con sostituzioni di parti.
La colonna con leone Marciano
La colonna venne eretta il 15 novembre 1539, ma il sovrastante Leone di San Marco fu distrutto nel 1797 sotto il dominio francese. Riscolpito da Domenico Mondini, su disegno di Giuseppe Masutti, il 7 agosto 1883 fu collocato sul fusto in pietra grigia di Timau. I quattro gradini del basamento, anch’essi oggetto dell’intervento, sono in pietra piasentina. Qui l’ultimo restauro risale al 1997 quando un intervento venne eseguito con una pulitura delle superfici, il consolidamento di parti ammalorate, il fissaggio di frammenti, la stuccatura di fessure e fratture e un trattamento superficiale con prodotto protettivo. Ora si ripropongono i problemi che avevano condotto a quel restauro, in quanto si notano depositi superficiali e un annerimento che potrebbe essere imputato all’alterazione del protettivo.
La fontana di Giovanni Carrara
La fontana di Piazza Libertà, realizzata su disegno da sempre attribuito a Giovanni da Udine, come la fontana in piazza San Giacomo, è progetto documentato (1542) dell’ingegnere bergamasco Giovanni Carrara. La fonte cinquecentesca si eleva con uno zoccolo a tre gradini sopra il quale si sviluppa una vasca circolare con specchiature rettangolari. L’elemento verticale è costituito da un candelabro che regge due bacili sovrapposti (di dimensioni maggiori e bombato quello inferiore, più piccolo quello superiore).
L’acqua sgorga all’apice del candelabro nella coppa superiore, di qui defluisce per tracimazione nella vasca maggiore da cui fuoriesce attraverso tre gocciolatoi in bronzo di forma leonina. A protezione della vasca è posta una ringhiera in ferro, certamente non originale, ma documentata già nelle incisioni settecentesche della piazza. Forse già a quell’epoca sono riferibili anche le fodere in piombo, con funzione “antigelo” posti all’interno delle vasche e all’estremità del candelabro. Si tratta di manufatti apparentemente in buono stato di conservazione. Un’ulteriore aggiunta alla fontana cinquecentesca è la parte sottostante, con i tre gradini d’accesso che portano al basamento nel quale, tramite altri sei gradini che conducono al piano stradale, sono presenti tre mascheroni che sputano l’acqua in piccole vasche sottostanti. Tutto il complesso compreso tra il piano stradale e il piano di calpestio della piazza sarà oggetto dell’intervento. Il Comune di Udine già nel 1993 aveva presentato alla Soprintendenza una relazione sullo stato di conservazione, e aveva chiesto il nulla osta per un progetto di restauro. Attualmente l’intero manufatto si presenta in cattivo stato di conservazione, e i due bacili e la vasca sono esternamente ricoperti da uno strato di depositi calcarei, da muschi e licheni e da incrostazioni dovuti alla percolazione delle acque e all’inquinamento ambientale.
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È stato consegnato ufficialmente giovedì 23 marzo il cantiere per il restauro delle statue, della fontana e del Monumento alla Pace di Piazza Libertà, alla presenza del sindaco di Udine, Furio Honsell, dell’assessore alla Cultura, Federico Pirone, dell’assessore all’Innovazione, Gabriele Giacomini, della manager di Danieli spa, Paola Perabò, della rappresentante della Soprintendenza regionale, Elisabetta Francescutti, e dei funzionari del Comune e della ditta a cui sono state affidate le opere.
Un intervento reso possibile grazie al mecenatismo della Danieli & C. Officine Meccaniche Spa di Buttrio, che già in altre occasioni – dall’angelo del castello ai mori della Loggia di San Giovanni fino al recente intervento sulla statua della Giustizia – ha dato il suo sostegno per la conservazione del patrimonio artistico e architettonico della città. L’intervento, finanziato utilizzando l’Art Bonus, l’agevolazione fiscale voluta dal Governo e riconosciuta a tutti coloro che effettuano un’erogazione liberale a sostegno della cultura, completa quindi il restauro di una delle più affascinanti piazze del centro storico cittadino.
Il contributo della Danieli consentirà il restauro delle quattro installazioni in pietra presenti sul terrapieno, ovvero il Monumento alla Pace di Campoformido, le sculture raffiguranti Ercole e Caco, la colonna con il leone marciano, e la fontana di Giovanni Carrara che si trova sul lato sinistro dello stesso terrapieno. «Anche quest’anno il Comune di Udine realizza delle opere di restauro conservativo del suo patrimonio architettonico, come è giusto che sia per una città d’arte – sottolinea il sindaco Honsell –. Ringrazio in particolar modo la Danieli e il suo presidente Gianpietro Benedetti, che con autentico mecenatismo del XXI secolo si accollano l’onere di riqualificare quello che è il cuore di Udine e del Friuli».
L’intervento ha una durata prevista di 120 giorni per un importo di 72.000 euro (ridotto a 43.000 dopo il ribasso d’asta), affidato all’impresa L.A.A.R. s.r.l. di Udine. «Con questo intervento potremo completare il restauro di uno dei luoghi simbolo della città, già riconosciuto come la più bella piazza veneziana di terraferma – osserva l’assessore Pirone –. Ringrazio quindi la Danieli, che già prima dell’istituzione dell’Art Bonus si era impegnata nel finanziamento di analoghe opere. Spero che il suo esempio possa essere seguito magari anche da altre aziende perché molto ci sarebbe da fare nella nostra regione per garantire la migliore conservazione dei beni architettonici e artistici. Per quanto riguarda Udine, ad esempio, sarebbe importante intervenire con opere di restauro sulla facciata del Castello e sul Partidor di Dino Basaldella. Auspico inoltre che questa occasione possa far riflettere cittadini e turisti sull’importanza di rispettare la città e i suoi tesori».
Monumento alla Pace di Campoformido
La statua in pietra d’Istria è opera dello scultore piemontese Giovanni Battista Comolli , ed è stata realizzata per ricordare il trattato di Pace del 1797 tra Napoleone Bonaparte e il Regno Austro-Ungarico. La scultura fu portata a Campoformido nel 1813, da lì trasferita a Udine nel 1819 e quindi collocata nell’attuale ubicazione. Il basamento cilindrico in pietra d’Istria è opera dell’udinese Michele Zuliani, detto il Lessano, e poggia su uno zoccolo ottagonale incluso dalle scale semicircolari che conducono dal piano della piazza alla salita al Castello congiungendosi a muretti intonacati incorniciati da pietra. Sia lo zoccolo che i muretti saranno entrambi inclusi nell’intervento. L’ultimo restauro risale al 2000, e ha visto lavori di pulitura, consolidamento, stuccatura e stesura di consolidante su tutte le parti lapidee. Attualmente la statua è annerita da depositi superficiali e dalla crescita di vegetazione superiore tra i blocchi di pietra. Il basamento è deturpato poi da scritte, e le stuccature realizzate nel corso dell’ultimo restauro si sono in parte staccate.
Le sculture raffiguranti Ercole e Caco, per gli udinesi Florean e Venturin
Le statue seicentesche di Ercole e Caco, per gli udinesi Florean e Venturin, sono state realizzate in pietra d’Aurisina da Angelo de Putti. In origine erano collocare in piazza XX settembre, nel Palazzo Della Torre, che nel 1717 il Consiglio dei Dieci ordinò di distruggere. Le statue vennero salvate e trasferite nella Piazza Contarena, ora Piazza Libertà. Le due statue sono già state oggetto di restauro nel lontano 2007 a causa della pietra resa porosa dal dilavamento delle acque meteoriche, terreno ideale per la crescita di alghe e licheni dal colore grigio nero, attualmente visibili su gran parte delle superfici, con il risultato che le sculture appaiono scurite in superficie da macchie disomogenee. La loro superficie è molto scabra ed erosa, mentre i basamenti, anch’essi oggetto dell’intervento insieme ai gradini, hanno subito vari interventi conservativi con sostituzioni di parti.
La colonna con leone Marciano
La colonna venne eretta il 15 novembre 1539, ma il sovrastante Leone di San Marco fu distrutto nel 1797 sotto il dominio francese. Riscolpito da Domenico Mondini, su disegno di Giuseppe Masutti, il 7 agosto 1883 fu collocato sul fusto in pietra grigia di Timau. I quattro gradini del basamento, anch’essi oggetto dell’intervento, sono in pietra piasentina. Qui l’ultimo restauro risale al 1997 quando un intervento venne eseguito con una pulitura delle superfici, il consolidamento di parti ammalorate, il fissaggio di frammenti, la stuccatura di fessure e fratture e un trattamento superficiale con prodotto protettivo. Ora si ripropongono i problemi che avevano condotto a quel restauro, in quanto si notano depositi superficiali e un annerimento che potrebbe essere imputato all’alterazione del protettivo.
La fontana di Giovanni Carrara
La fontana di Piazza Libertà, realizzata su disegno da sempre attribuito a Giovanni da Udine, come la fontana in piazza San Giacomo, è progetto documentato (1542) dell’ingegnere bergamasco Giovanni Carrara. La fonte cinquecentesca si eleva con uno zoccolo a tre gradini sopra il quale si sviluppa una vasca circolare con specchiature rettangolari. L’elemento verticale è costituito da un candelabro che regge due bacili sovrapposti (di dimensioni maggiori e bombato quello inferiore, più piccolo quello superiore).
L’acqua sgorga all’apice del candelabro nella coppa superiore, di qui defluisce per tracimazione nella vasca maggiore da cui fuoriesce attraverso tre gocciolatoi in bronzo di forma leonina. A protezione della vasca è posta una ringhiera in ferro, certamente non originale, ma documentata già nelle incisioni settecentesche della piazza. Forse già a quell’epoca sono riferibili anche le fodere in piombo, con funzione “antigelo” posti all’interno delle vasche e all’estremità del candelabro. Si tratta di manufatti apparentemente in buono stato di conservazione. Un’ulteriore aggiunta alla fontana cinquecentesca è la parte sottostante, con i tre gradini d’accesso che portano al basamento nel quale, tramite altri sei gradini che conducono al piano stradale, sono presenti tre mascheroni che sputano l’acqua in piccole vasche sottostanti. Tutto il complesso compreso tra il piano stradale e il piano di calpestio della piazza sarà oggetto dell’intervento. Il Comune di Udine già nel 1993 aveva presentato alla Soprintendenza una relazione sullo stato di conservazione, e aveva chiesto il nulla osta per un progetto di restauro. Attualmente l’intero manufatto si presenta in cattivo stato di conservazione, e i due bacili e la vasca sono esternamente ricoperti da uno strato di depositi calcarei, da muschi e licheni e da incrostazioni dovuti alla percolazione delle acque e all’inquinamento ambientale.
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