Pordenone: Cinema muto, La febbre degli scacchi

Schachfieber

La serata di martedì 5 ottobre è di quelle che si faranno ricordare. Dopo le anteprime in apertura di serata dei film di Chaplin e John Ford, il festival propone, a partire dalle 21.45, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, La febbre degli scacchi di Vsevolod Pudovkin e Nikolai Shpikovsky, che in occasione del festival sarà accompagnato da tre eccellenti musicisti: Günter A. Buchwald al piano e violino, Frank Bockius alla batteria e Romano Todesco al contrabbasso.

Il film è stato realizzato in una pausa delle riprese di La meccanica del cervello, quando a Pudovkin fu chiesto di girare una commedia di attualità sul torneo internazionale di scacchi che si svolgeva nel novembre 1925 all’Hotel Metropol di Mosca. Il guaio era che non si poteva chiedere ai contendenti e men che meno a José Capablanca di recitare in una commedia. Allora un operatore, col pretesto di riprendere una cineattualità, girò delle inquadrature di Capablanca; in moviola, unendole ad inquadrature di mani di attori e di altri oggetti, secondo il metodo di Kulesciov, si creò un personaggio secondario che avrebbe assai sorpreso Capablanca se mai l’avesse visto, cosa improbabile poiché il film non circolò fuori dell’Unione Sovietica e fu portato all’estero solo quando la cineteca del Museum of Modern Art lo acquistò a Mosca nel 1937.

A posteriori, sappiamo che quel torneo ebbe un valore storico in quanto stabilì la lunga supremazia russa (sovietica) negli scacchi. Il campione del mondo José Raúl Capablanca si piazzò al terzo posto, dietro al precedente detentore del titolo, il tedesco Emanuel Lasker Capablanca doveva avere una spiccata vocazione turistica, dato che – in concomitanza con il torneo di Mosca – trovò il modo di giocare anche nei tornei che si tennero in altre città. Il che significa che giocò tra le 50 e le 100 partite anche con avversari dilettanti. Nel 1925, egli era un’importante, esotica vedette.
Il gioco degli scacchi, poi, che possono suscitare la febbre al pari del calcio, divennero parte integrante del programma sovietico che si proponeva di innalzare il livello intellettuale del popolo russo.