PORDENONE DOCS FEST – Anteprime nazionali, conflitti, Palestina, Gaza, Afghanistan. A Fancesca Mannocchi e Alessio Romenzi il premio Il Coraggio delle Immagini. Al via la speciale retrospettiva dedicata a Pasolini documentarista.
Dopo due rinvii e un’edizione completamente online ritorna in presenza Pordenone Docs Fest – Le Voci dell’Inchiesta – dal 10 al 14 novembre 2021 – il festival di Cinema del reale di Cinemazero, realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, di TurismoFVG, del Comune di Pordenone, di Fondazione Friuli, di Crédit Agricole Friuladria, di Servizi CGN, di Coop – Alleanza 3.0, per la sua XIV edizione.
Un programma ricco anche quest’anno che spazia dalla geopolitica ai diritti e battaglie civili, dai giovani alle culture lontane, passando attraverso storie femminili e conflitti recenti.
E proprio i conflitti saranno i protagonisti della prima giornata di festival, con un palinsesto di anteprime nazionali che scandagliano le guerre del nostro presente.
Alle 18.00, in collaborazione con FrontDoc International Documentary Festival di Aosta, il documentario Mission Hebron di Rona Segal, un inedito reportage su Hebron, la più grande città palestinese della Cisgiordania, l’unica in cui gli insediamenti israeliani si trovano all’interno della città stessa. Il documentario, realizzato con rari filmati da cellulare, catturati da testimoni locali, si concentra su giovani ex soldati israeliani che per anni hanno occupato quelle terre, restituendo una chiave di lettura eccezionale per comprendere la città più travagliata della Cisgiordania.
A seguire, sempre in anteprima nazionale, Of Land and Bread di Ehab Tarabieh, in collaborazione con Paff- Palazzo Arti e Fumetto Friuli, una storia di vulnerabilità costante, vissuta dai palestinesi in Cisgiordania, in cui la vita è vissuta sotto lo spettro della violenza di stato. Una vivida narrazione sull’ingiustizia, l’impotenza e la brutalità nei territori occupati da Israele.
A introdurre il documentario il giornalista Davide Lerner – ha lavorato per tre anni a Tel Aviv e scritto per Repupplica da Israele, Cisgiordania e Gaza – e il fumettista di fama internazionale Rutu Modan che presenterà il suo nuovo libro Tunnel. L’arca della discordia.
La serata inaugurale si conclude con poi, sempre a tema, con la cerimonia d’apertura, in cui sarà consegnato il premio Il Coraggio delle Immagini – col sostegno dell’Ordine dei Giornalisti nazionale, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di Egosn SRL e dell’Associazione “Il Capitello” – alla reporter, scrittrice e regista Francesca Mannocchi e al fotografo e regista Alessio Romenzi.
I giornalisti – che hanno raccontato sulle pagine delle principali testate del mondo le tensioni internazionali della Siria edella Libia fino alla recentissima crisi afghana – porteranno eccezionali materiali in anteprima.
Dopo la premiazione sarà Bellum – the daemon of war, in anteprima nazionale, a chiudere la prima giornata di festival. Il documentario esplora la guerra, e in particolare i meccanismi di difesa, attraverso tre obiettivi diversi. Il primo è il mirino telescopico dei fucili d’assalto usati da ex militari annoiati che vivono in un remoto villaggio texano. Il secondo è quello di un telescopio, utilizzato da un ingegnere svedese che sviluppa la tecnologia per l’industria della difesa. Il terzo è il mirino della fotocamera di una giornalista di guerra che documenta la devastazione dell’Afghanistan.
Mercoledì 10 prende avvio anche la speciale retrospettiva dedicata a Pier Paolo Pasolini, curata dallo storico e critico del cinema Federico Rossin, in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa Della Delizia, la Cineteca Nazionale e la Cineteca di Bologna.
5 appuntamenti per tutte le giornate di festival, sempre alla stessa ora (17.30), per approfondire la figura di Pasolini documentarista, a cui il festival dedica anche una nuova pubblicazione.
Per la prima giornata, sul grande schermo materiali rari e inediti, tra cui il lavoro di alcuni documentaristi, all’epoca al loro esordio – tra cui Cecilia Mangini ed Ermanno Olmi, ma anche Mario Gallo– che tra gli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta collaborano con Pasolini, che scrisse testi o voce narrante di alcuni dei loro film.