Arriva da Pordenone un esempio di concreta collaborazione tra pubblico e privato, in grado di affrontare – e ridurre fortemente – problemi di grande importanza sociale, quali l’inquinamento urbano e le sue conseguenze sulla salute dei cittadini. Da un lato la Pubblica Amministrazione (Ministero dell’Ambiente, AREA Science Park, Provincia e Comune di Pordenone) pronta a finanziare e sperimentare tecnologie innovative, dall’altro imprese (STP Srl, Rhoss Spa) in grado di ideare e ingegnerizzare soluzioni innovative e all’avanguardia. Nel mezzo, il continuo sforamento dei tetti di emissione di PM10* nelle nostre città e l’esigenza di trovare alternative alle caldaie a combustibili fossili di abitazioni e condomini.
Pordenone ha scelto una via nuova, avviando nel comprensorio scolastico pubblico “Centro Studi” la sperimentazione della ‘pompa di calore ad alta temperatura’. Zero emissioni in loco. Basse spese di gestione. Energia rinnovabile al 70÷75% che può arrivare al 100% con l’utilizzo di elettricità fornita da pannelli fotovoltaici. Sono le caratteristiche principali della nuova pompa di calore, ribattezzata la ‘caldaia’ che non inquina, in grado di produrre acqua calda superiore ai 75°C, capace perciò di sostituire le attuali caldaie da riscaldamento senza la necessità di rifare gli impianti. Un vero salto tecnologico (breakthrough) nel settore, un’innovazione tutta italiana in corso di brevetto, ideata da STP (spin-off imprenditoriale di recente insediato nel parco scientifico triestino) e ingegnerizzata da Rhoss Spa. Il progetto rientra nel piano di AREA Science Park per la produzione e l’uso efficiente dell’energia ENERPLAN, cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente. La sperimentazione vede il concreto sostegno della Provincia di Pordenone e il supporto del Comune di Pordenone.
Le attuali pompe di calore non possono essere utilizzate con gli impianti di riscaldamento a termosifone – che costituiscono la maggioranza assoluta degli impianti urbani – poiché non sono in grado di erogare acqua riscaldata a temperatura sufficiente. La nuova soluzione, invece, eroga acqua a circa 80°C e può quindi sostituire le caldaie esistenti, senza ulteriori interventi su abitazioni e impianti. L’impianto prototipo installato ha fatto registrare rendimenti addirittura superiori alle attese – 115 kW di potenza effettiva, sensibilmente superiore ai 100 kW preventivati – riscaldando palestra e spogliatoi e producendo acqua calda sanitaria per il comprensorio scolastico. L’impianto di Pordenone servirà anche da laboratorio per la verifica e il miglioramento della tecnologia e delle sue performance. Questo primo test, molto soddisfacente, rende più vicino il raggiungimento del principale obiettivo degli ideatori: sostituire le caldaie degli impianti di riscaldamento tradizionali, ad esempio nei condomini, con pompe di calore ad alta temperatura.
Una soluzione, questa, che avrebbe molteplici vantaggi. A cominciare da quelli economici: l’investimento iniziale è leggermente superiore rispetto all’acquisto di caldaie tradizionali ma, nel tempo, è compensato dai rilevanti risparmi sulla bolletta: la spesa sostenuta per l’impianto, di fatto, si ripaga (payback) in meno di quattro anni. Dal punto di vista gestionale, i costi di esercizio sono bassissimi, grazie a esigenze di manutenzione fortemente ridotte e all’eliminazione di permessi e verifiche amministrative e di sicurezza. Sul lato energetico, è rinnovabile almeno il 70% dell’energia necessaria a generare il calore, con ricadute molto positive sul versante ecologico: zero emissioni in loco, drastica riduzione dell’inquinamento nelle città.
LE APPLICAZIONI
Il mercato di riferimento primario per la pompa di calore ad alta temperatura è costituito dagli edifici urbani già esistenti (condomini, edifici storici, scuole, ospedali, etc.) e da quelli industriali/commerciali, che, insieme al traffico veicolare, rappresentano le principali fonti inquinanti delle nostre città. Le pompe di calore oggiAggiungi un appuntamento per oggi sul mercato, caratterizzate da temperature di mandata attestate intorno ai 50°C, non sono utilizzabili per gli edifici dotati di impianto di riscaldamento tradizionale. Un limite grave questo, che la nuova pompa HT supera, grazie ad una temperatura di mandata compresa tra 70 e 80°C e ha un “Coefficient Of Performance” – ovvero il rapporto tra la quantità di calore erogato e la quantità di energia elettrica spesa – intorno a 3.
Si tratta di un vero e proprio salto tecnologico, che, per sintetizzarlo in una parola, consente di passare dalla “casaklima” al “condominioklima”, con un ambito di applicazione di gran lunga più ampio e un potenziale di impatto positivo sull’ambiente assai elevato, specie nelle città. I siti che si prestano bene alla sostituzione di caldaie con pompe di calore ad alta temperatura sono tutti quelli in cui vi è presenza di fiumi, canali sotterranei o affioranti, pozzi, laghi, stagni e acquitrini, reti di acquedotti, collettori fognari, mare, bealere, acqua di falda, cascami termici dai condensatori di centrali elettriche, acqua di cascame da processi industriali.