Esercitare, in un’epoca troppo sbrigativa, la “memoria dell’oggi” è una delle mission principali del festival di Cinemazero Le Voci dell’Inchiesta, che festeggia la sua decima edizione tra il 5 e il 9 aprile a Pordenone. Ancora una volta lo sguardo è sulla più stretta attualità – dall’evoluzione geo-politica internazionale al terrorismo che sempre più invade anche l’Europa, dalle urgenze legate al mondo del lavoro ai cambiamenti epocali nella politica europea e italiana – il tutto raccontato e filtrato attraverso una selezione dei più applauditi e premiati documentari della scena internazionale, dove il reale irrompe con forza inusitata sugli schermi.
Per cinque giorni Pordenone diviene nuovamente l’osservatorio privilegiato di quelle “realtà mai viste” selezionate nei più importanti festival internazionali al mondo, come IDFA, Sheffield Doc/Fest, Göteborg, Toronto, Tribeca, New York Doc, Berlinale. Oltre 160 film visionati quest’anno per selezionare 30 lungometraggi, di cui 22 in anteprima nazionale, tutti premiatissimi nei festival di genere. Circa 40 gli ospiti, tra registi, esperti, giornalisti, mattinèe per le scuole, workshop con esperti e professionisti e una sezione interamente dedicata alla realtà virtuale.
Tre i film selezionati per l’importante focus sul tema dell’ISIS e del terrorismo, a partire dall’anteprima nazionale di The Confession, un film potente che sposta il nostro giudizio e le nostre categorie interpretative su chi sono davvero i terroristi. La storia è quella del cittadino inglese-pakistano di seconda generazione Moazzam Begg, presunto estremista deportato a Guantanamo, dove rimane per oltre 4 anni prima di essere liberato senza nessuna accusa a suo carico. Il film del regista Ashish Ghadiali (Regno Unito, 2016) è il resoconto di prima mano del protagonista, che ora vive in Inghilterra senza poter abbandonare il Paese. A stupire è la figura di Begg: non somiglia per niente allo stereotipo dell’estremista islamico. È un uomo minuto, che non alza mai la voce e sostiene i suoi argomenti senza fare appello alla fede religiosa. Da uomo libero ha fondato in Inghilterra “Cageprisoners” (Prigionieri in gabbia), ONG sostenuta da Amnesty International che si occupa dei combattenti islamici detenuti a Guantanamo. Nowhere to Hide, ancora in anteprima nazionale, è lo struggente racconto in prima persona di un infermiere iraqueno che, lavorando nell’ospedale di Jalawla, ha filmato le vittime della guerra nel corso di cinque anni. All’arrivo dell’ISIS è costretto a fuggire, figli sottobraccio, senza smettere di filmare… Ancora una prima italiana per Dugma: the button, documentario girato in Siria, dalla parte del fronte occupato dagli aspiranti kamikaze di al Nusra: possono i kamikaze essere persone come tutte le altre? Ecco un racconto per capire chi sono e cosa pensino pochi attimi prima della loro ultima “missione”.
Una riflessione di grande attualità è dedicata quest’anno ai nuovi fenomeni del “fare politica”. Nella prima edizione, nel 2007, il festival affrontava il tema dell’“antipolitica”, allora nuovo e inaspettato. A dieci anni di distanza, ci si interroga per capire se i movimenti di oggi siano una naturale evoluzione. Dalla Scandinavia arriveranno la regista Matse Agren e la giovanissima Miranda, quattordicenne che siede nel parlamento Svedese, attivista di destra, che racconterà, di persona e su schermo, cosa significa costruirsi una carriera politica fin da giovanissima. E in un cammino a ritroso Lise Birk Pedersen con Tutti a casa darà il suo personalissimo punto di vista su Grillo e il Movimento 5 Stelle. Nel documentario in anteprima nazionale al festival, lo sguardo della regista danese – spesso unica testimone invitata a seguire incontri a porte chiuse tra i pentastellati e il loro leader – ci apre le porte ad innumerevoli dietro le quinte di un fenomeno che ha cambiato la politica italiana.
Una tematica di urgente rilevanza come quella del lavoro è al centro di Merci Patron, documentario dell’anno in Francia, visto da oltre mezzo milione di spettatori nelle sale, in arrivo in anteprima a Pordenone. Il film-manifesto delle proteste contro la Loi Travail voluta dal ministro del lavoro Myriam El Khomri è firmato al regista François Ruffin, considerato vero e proprio Michel Moore francese.
Nella decima edizione anche un grande omaggio all’inchiesta di casa nostra con un ricordo del quotidiano l’Ora di Palermo e dei sui protagonisti, a 25 anni dalla chiusura dello storico giornale, e al grande maestro dell’inchiesta, Giuseppe (Joe) Marrazzo, uomo appassionato e giornalista che ha fatto della professione un impegno etico e civile.
Prosegue, intanto a Pordenone, il ciclo di proiezioni “aspettando le Voci”, che accompagna il pubblico fino all’avvio del festival. Giovedì 16 marzo (ore 21.00) in programma il film Il fiume ha sempre ragione, premio del pubblico al Biografilm Festival2016, dove il regista Silvio Soldini, presente in sala per l’occasione, realizza un ritratto di due figure dei nostri giorni – i tipografi Alberto Casiraghy e Josef Weiss – che consapevolmente si pongono “contro” le logiche moderne che allontanano sempre di più dall’apporto umano e mantegono immutata la loro straordinaria artigianalità.
È già possibile abbonarsi al festival presso le casse di Cinemazero: l’abbonamento da l’accesso a tutte le proiezioni ed eventi del festival oltre al biglietto a prezzo ridotto alle proiezioni ancora in programma di “Aspettando le Voci”, Modalità di abbonamento e info su www.voci-inchiesta.it