Il Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Pordenone ha scoperto e sequestrato due “centri benessere” gestiti da cittadini cinesi, nei quali si esercitava la prostituzione di giovani connazionali.
I due esercizi erano formalmente intestati a prestanome, anch’essi cinesi, che cambiavano in continuazione per aggirare eventuali controlli di carattere fiscale. La prostituzione era svolta da due o tre donne, con turni di 16 ore al giorno; le ragazze mangiavano nei locali dove si prostituivano e si assentavano solamente per raggiungere appartamenti vicini, dove riposavano senza avere mai contatti con l’esterno. Il costo delle “prestazioni” oscillava tra 50 e 120 euro.
I finanzieri hanno denunciato quattro cittadini cinesi, due donne e due uomini, ritenuti i titolari effettivi dei due centri benessere, per i reati di sfruttamento della prostituzione, e sequestrato i locali, su disposizione del Gip di Pordenone.