Trieste, 25 lug – L’idea di istituire una “No tax area”, ovvero
uno spazio a regime di fiscalità di vantaggio: questo il tema
dell’incontro, oggi a Trieste, tra l’assessore alle Finanze del
Friuli Venezia Giulia, Francesco Peroni, e il commissario
straordinario dell’Autorità portuale triestina, Zeno D’Agostino.
“La Regione – spiega Peroni – vuole esplorare e approfondire con
l’Autorità portuale di Trieste quali siano le opportunità di una
convergenza tra le attuali prerogative doganali, proprie del
Porto franco, e un eventuale nuovo regime fiscale di vantaggio,
che risulterebbe particolarmente benefico non solo per la zona
direttamente interessata, ma per tutto il Sistema Regione, con
ricadute positive per l’indotto e per il gettito regionale
complessivo”.
L’ipotesi entra dunque in una fase di valutazione, trovando il
commissario straordinario dell’Autorità portuale di Trieste
“perfettamente in linea con questa richiesta”. Per D’Agostino,
infatti, il collocamento di aree nelle quali i vantaggi fiscali
si aggiungerebbero alle peculiarità attuali del Porto di Trieste,
ossia il Porto franco internazionale con diversi punti dove si
possono svolgere attività industriali, sarebbe “il completamento
perfetto della nostra voglia di proporci al mercato
internazionale”.
La proposta, tuttavia, deve tener conto delle rispettive
competenze in capo alla Commissione europea e allo Stato
italiano. Perciò l’assessore Peroni sottolinea che
l’Amministrazione regionale si muove nel suo ruolo di Ente
territoriale, al quale spetta, tra l’altro, la regia delle
politiche industriali, ai cui obiettivi sono strettamente
interconnesse le discipline fiscali di settore.
Inoltre, aggiunge l’assessore, la Regione può anche agire come
attore istituzionale di area vasta, propulsore d’idee presso il
Governo nazionale e le istituzioni europee. A questo proposito va
infatti ricordato come la proposta di candidare Trieste a sede di
una “No tax area” sia stata oggetto della lettera che la
presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha
inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi,
il 30 giugno scorso, subito dopo il referendum che ha sancito
l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.
ARC/PV/ppd
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