Il patron Gianpaolo Pozzo ha rilasciato un’intervista alla Rai. Queste le sue parole
Qual è la posizione dell’Udinese sulla ripresa del campionato?
La posizione dell’Udinese è di riprendere a giocare in condizioni di sicurezza, il che significa non rischiare ulteriore contagi. Il momento è un po’ delicato perché abbiamo visto che anche i medici sono insorti, preoccupati delle responsabilità civili e penali che non è giusto che debbano assumersi. Il Governo però ritengo che si stia comportando molto bene, procedendo con la dovuta prudenza. Da appassionato di calcio dico che questa attività va esercitata nell’ambiente e nelle condizioni giuste.
Il Cts è categorico su una cosa: basta un positivo per far partire la quarantena di squadra, e di conseguenza arriverebbe lo stop al campionato…
Hanno ragione, perché abbiamo visto che l’unica medicina per curare il il Covid è la distanza sociale. Abbiamo visto che con in questo modo progressivamente la situazione sta migliorando, quindi è l’unica strada da percorrere.
Avrebbe senso ricominciare dovendosi poi fermare se accadesse una cosa del genere?
Non avrebbe senso, meglio lasciar passare il tempo che serve. Quando avremo superato la fase critica o avremo la tranquillità di poterci difendere contro questo virus, allora a quel punto si potrà pensare di ripartire. Però secondo me siamo ancora abbastanza distanti. Anche il discorso economico è superato, perché i broadcaster non hanno pagato l’ultima rata. Anche il fatto di giocare a porte chiuse non è una cosa giusta per il calcio, che è nato e vive nella partecipazione dei tifosi. Giocare a porte chiuse è surreale, anche se è vero pure che i giocatori non possono stare fermi un anno. Cerchiamo di ricominciare in sicurezza, perché se si giocassero due o tre partite per poi chiudere un’altra volta avremo fatto un errore clamoroso.
Proprio per questo lei immagina che sarebbe meglio partire a settembre?
Ci sono tante componenti da considerare. Si deve incastrare ogni tassello: i calendari, le disposizioni dell’Uefa, le coppe. Meglio vivere alla giornata perché tutto dipende da questa pandemia. Abbiamo visto che in due mesi abbiamo avuto più di 30mila morti, quindi non è una situazione da sottovalutare, anche se perdiamo qualche mese non è la fine del mondo. I tifosi stessi non vogliono che si giochi in una situazione così surreale, quindi è un assurdo forzare i tempi.
Il ministro Spadafora, nell’informativa al Senato, ha detto di aver trovato eccessivo l’inasprimento del dibattito intorno al calcio in un momento come questo…
Il Ministro ha totalmente ragione sta fronteggiando bene una situazione difficile, dove forse è meglio cercare altre altre vie per concludere il campionato.
Dove ha sbagliato di più dalla Lega di serie A?
In questa circostanza direi che non ci sono degli errori. L’importante è continuare a ragionare con lucidità e logica, non con l’istinto.
Un’altra questione riguarda il pagamento degli stipendi, alcuni club non starebbero pagando da gennaio e ci sono divergenze con i calciatori sui tagli da fare, in casa Udinese come ci si sta regolando
Noi abbiamo pagato tutti gli stipendi fino all’ultima gara giocata, adesso siamo in attesa proprio di capire quale sarà l’orientamento. A mio giudizio è da trovare un compromesso coi giocatori, e lo troveremo.
Come giudica la stagione della sua Udinese fino allo stop?
Dopo qualche difficoltà iniziale eravamo riusciti a trovare un buon equilibrio di squadra, quindi io sono ottimista. Ci sono tanti giocatori che hanno avuto la possibilità di dimostrare le loro potenzialità, prima della sospensione la squadra ha dimostrato anche in partite difficili di reggere bene.
Qualche anticipazione sul mercato?
Non parliamo di mercato perché dobbiamo pensare a giocare, ne riparleremo quando sarà il momento. Sono contento i nostri giocatori siano apprezzati, ma dobbiamo pensare solo a vincere le partite nel momento in cui si tornerà in campo.
Qual è l’obiettivo dell’Udinese del dopo coronavirus?
Il nostro obiettivo non è la salvezza, ma arrivare almeno tra le prime dieci. In questi ultimi anni non ce l’abbiamo fatta ma siamo comunque da 26 anni Serie A ottenendo grandi soddisfazioni.