Premio Hemingway 2021, 25/26 giugno. 60 anniversario dalla scomparsa di Ernest Hemingway

Premio Hemingway 2021, 25/26 giugno. 60 anniversario dalla scomparsa di Ernest Hemingway

La scrittrice Dacia Maraini per la Letteratura, l’artista Franco Fontana per la Fotografia, lo scienziato Stefano Mancuso per l’Avventura del pensiero e il regista Carlo Verdone nella sezione Testimone del nostro tempo sono i vincitori del Premio Hemingway 2021, promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro con la Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la collaborazione con Fondazione Pordenonelegge.

nel conto alla rovescia per il 60° anniversario dalla scomparsa di Ernest Hemingway – che si spegneva il 2 luglio 1961 – diventa un piccolo festival la 37^ edizione del Premio dedicato ad Ernest Hemingway, che torna in presenza venerdì 25 e sabato 26 giugno con quattro incontri pubblici che i vincitori terranno al Cinemacity di Lignano, e il talk di premiazione in programma sabato 26 giugno, alle 20 nell’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro.

Valore aggiunto sarà lo streaming live per seguire anche da remoto tutti gli eventi.

Il Premio Hemingway 2021 per la letteratura va a Dacia Maraini “per aver scritto, con grandissima sensibilità, romanzi capaci di avvolgere i fili di storie affascinanti e tempestose, con una immaginazione che spesso si fa più viva della realtà”. Il pubblico la potrà incontrare venerdì 25 giugno, alle 21 al CinemaCity, in dialogo con il direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta, sul tema “Amata scrittura”. Va a Franco Fontana, emblematico autore di spettacolari astrazioni cromatiche, il Premio Hemingway 2021 per la fotografia: l’artista incontrerà il Premio Hemingway venerdì 25 giugno, alle 18 al Cinemacity, in dialogo con lo storico dell’arte Italo Zannier. Il Premio Hemingway Avventura del pensiero va allo scienziato Stefano Mancuso “per averci permesso di cogliere come le piante siano organismi viventi niente affatto inferiori, ma anzi sofisticati e dotati di intelligenza, apprendimento e memoria”. Stefano Mancuso converserà di Plant revolution” sabato 26 giugno alle 11.30 al Cinemacity, con la giornalista Simona Regina. Il Premio Hemingway Testimone del nostro tempo va al regista Carlo Verdone “per aver saputo raccontarci, strappandoci travolgenti risate, i cambiamenti, i tic, le contraddizioni, ma anche i sentimenti e i sogni dell’Italia contemporanea. Artista sensibilissimo, Verdone non ha mai perso il gusto per l’osservazione della realtà, rendendola con uno sguardo partecipe ma senza sconti e parlando direttamente al cuore del pubblico”. L’incontro pubblico con Carlo Verdone al Premio Hemingway è programmato per sabato 26 giugno alle 17 al Cinemacity: intorno al tema del suo libro, “La carezza della memoria”, edito Bompiani, il regista sarà intervistato dal Presidente di Giuria del Premio, Alberto Garlini. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria premiohemingway.it

Il Premio Hemingway per la letteratura va a una delle voci più profonde, autorevoli e amate della letteratura italiana, la scrittrice Dacia Maraini, “per aver scritto, con grandissima sensibilità, romanzi capaci di avvolgere i fili di storie affascinanti e tempestose, con una immaginazione che spesso si fa più viva della realtà, e diventa estensione armonica delle voci di donne inquiete e coraggiose. I grandi personaggi dei suoi romanzi – Marianna, Colomba, Isolina -, ci arrivano nel cuore come corpi amati o vilipesi, beatificati o temuti dal mondo maschile, che cercano la felicità dentro le atmosfere e i costumi di una società spesso avversa. Personaggi che con il loro amore possono illuminare le nostre vite, nella concreta ricerca di una emancipazione dello sguardo, per un incontro con l’altro che possa finalmente cambiare le regole del gioco”. Il pubblico del Premio Hemingway potrà incontrare Dacia Maraini venerdì 25 giugno, alle 21 al CinemaCity,nel corso di un dialogo dedicato ad “Amata scrittura” con il Direttore artistico di pordenoneleggeGian Mario Villalta.

 Va a Franco Fontana, fotografo emergente nella storia della fotografia contemporanea, emblematico autore di spettacolari astrazioni cromatiche, il Premio Hemingway 2021 per la fotografia: Fontana ha assemblato, nel fotolibro “America”, edito da Contrejour di Parigi, una sequenza di immagini sul “paesaggio sociologico” americano, da lui esplorato in decenni di frequenza e di viaggi nel territorio. Il volume “si offre come suggestivo e autorevole, accorato romanzo visivo sul territorio americano ed è culturalmente memore di una specifica iconografia che si è avventurata, dal Novecento a oggi, anche nell’opera di pittori come Hopper, Shahn, Warhol, e di poeti e romanzieri come Agee e Kerouac, che qui iconicamente riemergono nelle sintetiche, metaforiche fotografie dal profilo metafisico, di Franco Fontana”. L’artista incontrerà il Premio Hemingway venerdì 25 giugno, alle 18 al Cinemacity, nell’ambito di una conversazione introdotta dallo storico dell’arte e accademico Italo Zanier. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con gli “Incontri con l’autore e con il vino” 2021 di Lignano Sabbiadoro.

 Il Premio Hemingway Avventura del pensiero va allo scienziato Stefano Mancuso “per averci permesso di cogliere, per mezzo di innumerevoli evidenze, come le piante siano organismi viventi niente affatto inferiori, ma anzi sofisticati e dotati di intelligenza, apprendimento e memoria, che, pur essendo costruite su un modello totalmente diverso dal nostro, potrebbero ispirarci per trovare soluzioni a diversi problemi tecnologici. Grazie alla sua straordinaria avventura scientifica, ci ha insegnato che le piante sono reti viventi che parlano anche alla nostra intelligenza, se siamo capaci di guardare a un regno diverso da quello animale senza pregiudizi, ma con desiderio di conoscenza; e che senza le piante è impossibile immaginare il futuro dell’umanità”. Stefano Mancuso sarà protagonista di una conversazione con il pubblico del Premio Hemingway dedicata a Plant revolution” sabato 26 giugno alle 11.30 al Cinemacity, in dialogo con la giornalista Simona Regina.

Il Premio Hemingway Testimone del nostro tempo va al regista Carlo Verdone “per aver saputo raccontarci, strappandoci travolgenti risate, i cambiamenti, i tic, le contraddizioni, ma anche i sentimenti e i sogni – non importa se a volte di cartapesta – dell’Italia contemporanea. Artista sensibilissimo, Verdone non ha mai perso il gusto per l’osservazione della realtà, rendendola, grazie a una straordinaria abilità mimetica, con uno sguardo partecipe ma senza sconti, a tratti melanconico e intimo, che parte dalla sua città, Roma, per aprirsi una riflessione cinematografica e letteraria di grande valore, che parla direttamente al cuore del pubblico e che nello stesso tempo permette di riflettere sullo stato della commedia umana, colta spesso nell’esatto momento in cui accade. Si può ridere contro, si può ridere alle spalle, Verdone riesce invece nel miracolo di farci ridere insieme, affratellati, dentro una luce divertita e sorniona che riscatta le nostre fragilità”. L’incontro pubblico con Carlo Verdone al Premio Hemingway è programmato per sabato 26 giugno alle 17 al Cinemacity: intorno al tema del suo libro, “La carezza della memoria”, edito Bompiani, il regista sarà intervistato dal Presidente di Giuria del Premio, Alberto Garlini.

 PREMIO HEMINGWAY, PROFILO BIOGRAFICO DEI VINCITORI.

 Dacia Maraini, figlia dell’orientalista Fosco Maraini, ha trascorso l’infanzia in Giappone. Ritornata in Italia, dopo un periodo a Bagheria, in Sicilia, va a vivere a Roma. Fonda insieme ad altri la rivista letteraria «Tempo della letteratura», per poi scrivere su «Nuovi argomenti» e «Paragone». È autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi. I temi caratteristici della sua opera poliedrica sono la frustrazione e l’alienazione della donna sia nella storia che nella società contemporanea, l’infanzia, il riscatto politico dei reietti e dei disadattati. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. Il suo ultimo libro è Una rivoluzione gentile (2021). Le sue opere sono tradotte in venti lingue.

Franco Fontana nasce a Modena il 9 dicembre 1933. Comincia a fotografare nel 1961 dedicandosi a un’attività amatoriale. La sua prima mostra personale è a Modena nel 1968 e data da quell’anno una svolta sostanziale nella sua ricerca. Ha pubblicato oltre settanta libri con diverse edizioni italiane, giapponesi, francesi, tedesche, svizzere, americane e spagnole. Le sue opere sono conservate in oltre cinquanta musei in tutto il mondo. Ha firmato molte campagne pubblicitarie, ha collaborato con «Time-Life», «New York Times», «Vogue Usa», «Vogue France», «Il Venerdì di Repubblica», «Sette del Corriere della Sera», «Panorama», «Frankfurter Allgemeine Zeitung», «Epoca», «Class» e molti altri. Ha collaborato con il Centre Georges Pompidou, il Ministero della Cultura Giapponese, e il Ministero della Cultura Francese.

Stefano Mancuso è un botanicoaccademico e saggista italiano, insegna arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze. È membro dell’Accademia dei Georgofili, membro fondatore della Société internationale pour le signalement et le comportement des plantes e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale.  È direttore dell’International Laboratory of Plant Neurobiology (LINV) e uno dei membri fondatori dell’International Society for Plant Signaling & Behavior. Tra le sue pubblicazioni Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (Giunti Editore, 2013, con Alessandra Viola), Uomini che amano le piante (Giunti Editore, 2014), Botanica. Viaggio nell’universo vegetale (Aboca Edizioni, 2017), Plant revolution (Giunti Editore, 2017), L’incredibile viaggio delle piante (Laterza 2018), La nazione delle piante (Laterza 2019) e La pianta del Mondo (Laterza 2020).

Carlo Verdone è nato a Roma nel 1950, ed è attore, regista, sceneggiatore. Figlio del celebre storico del cinema Mario Verdone, Carlo consegue, nel 1974, il diploma di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, sotto la direzione di Roberto Rossellini. Dopo alcune esperienze teatrali avviene l’incontro decisivo per la sua carriera: quello con Sergio Leone, dal quale scaturiscono Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone. Da quel momento i suoi successi cinematografici, spesso in bilico tra comicità e intimismo, non sono mai finiti: Borotalco, In viaggio con papà, Io e mia sorella, Compagni di scuola, Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Al lupo al lupo, Perdiamoci di vista, Viaggi di nozze, L’amore è eterno finché dura, Manuale d’amore, Il mio miglior nemico, Io loro e Lara, Posti in piedi in paradiso, Sotto una buona stella, L’abbiamo fatta grossa, Benedetta follia, fino all’ultimo, Si vive una volta sola.