“Questa storia è cominciata tanti anni fa ma non ha mai smesso di continuare a produrre: è sbagliato pensare che nella psichiatria italiana ci sia stato Basaglia, poi un niente e poi di nuovo qualcosa. Il premio credo dimostri proprio che questa storia non finisce, i giurati lo hanno capito”. Così lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, che fu uno dei più stretti collaboratori di Basaglia, in occasione del conferimento del Premio Nonino, consegnatogli oggi. Dell’Acqua ha parlato di “una rivoluzione mai compiuta e che deve ancora influenzare altri Paesi: Francia, Svezia. Per non parlare dei Paesi extra Ue dove esistono ancora luoghi infernali, inimmaginabili”. Lo psichiatra ha anche fatto un bilancio della recente tournée in tutta Italia, a favore della chiusura dei sei Ospedali psichiatrici giudiziari, di Marco Cavallo, il cavallo azzurro di cartapesta che fu il simbolo proprio dell’attività di Basaglia. “Marco Cavallo è magico, c’è da aspettarsi tutto da lui”. L’iniziativa ha “avuto una forza dirompente. Davanti a Marco Cavallo si sono aperte le porte dei palazzi, a cominciare da quello del Presidente Napolitano, dei presidenti di Camera e Senato, della ministra Cancellieri”. Dell’Acqua è convinto che “ci sarà una proroga nell’attuazione della norma che prevede la chiusura degli Opg, ma questa, che può sembrare un’inefficienza, potrebbe rivelarsi un’occasione”. Negli Opg vivono 891 pazienti, “un numero che fa sperare perché dal 2010 è calato di 400 unità. Se 280 di questi, chiusi in base all’art.206 Cpp, cioè senza perizia o analisi ben definite, fossero rilasciati saremmo già a buon punto”.
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