Sono otto i primi laureati del corso di laurea triennale professionalizzante in Tecniche dell’edilizia e del territorio del Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura (Dpia) dell’Università di Udine. Si tratta dei primi titoli universitari a orientamento professionale dell’Ateneo friulano e del Friuli Venezia Giulia. Il percorso formativo è stato attivato nel 2018, fra i primi quattro in Italia, in sinergia con il Collegio dei geometri e geometri laureati e l’Ordine dei periti industriali del Friuli Venezia Giulia. I neo dottori, tutti originari della regione, hanno discusso oggi la tesi di laurea. Gli otto laureati sono Sergio Dell’Agnolo, di Montereale Valcellina; Daniele Desiderati di Maniago; Damiano Furian di Pontebba; Monica Gortan di Arta Terme; Irene Matellon di Santa Maria la Longa; Eva Morandini di Mortegliano; Matteo Paoluzzi di Martignacco; Silvia Patatti di Paularo.
Il percorso di studi. Il corso di laurea, che attualmente conta 90 studenti, 22 dei quali hanno terminato il tirocinio, è fortemente orientato al mondo del lavoro. Prevede due anni di lezioni frontali e laboratori più uno di tirocinio professionalizzante, presso studi tecnici, ditte specializzate o enti pubblici, in collaborazione con gli ordini professionali. Infatti, le direttive dell’Unione europea richiedono la formazione universitaria per l’esercizio della libera professione nelle categorie intermedie di geometra (in Italia dal 2024) e di perito industriale (già dal 2021). Al termine vengono formati tecnici laureati di livello intermedio nei settori delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio. Per le sue caratteristiche questa laurea può essere conseguita anche da chi sta già lavorando. Il corso è ad accesso programmato, i posti a disposizione sono 50 e gli studenti vengono selezionati tramite una prova d’ingresso. «La figura del nostro laureato – ha sottolineato Domenico Visintini, coordinatore del corso – è fortemente richiesta per il suo ruolo intermedio fra il progettista laureato magistrale in ingegneria civile o in architettura e i tecnici che lavorano su un’opera edilizia o territoriale».
I tirocini. Un ruolo fondamentale lo giocano i tirocini, svolti in piena sintonia con gli ordini professionali, trampolino di lancio per un immediato inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni. La loro strutturazione è stata infatti presa a modello dal Consiglio nazionale dei geometri. L’Ateneo friulano ha siglato otto convenzioni quadro con gli Ordini dei periti industriali e con i Collegi dei geometri e geometri laureati delle quattro provincie del Friuli Venezia Giulia. Finora 42 studi di geometri e 22 di periti industriali hanno aderito all’iniziativa.
Le competenze. Le principali abilità acquisite riguardano: la progettazione, la direzione dei lavori; la gestione e contabilizzazione del processo edilizio; la sicurezza e prevenzione nei cantieri; la riqualificazione tecnologica; la certificazione energetica; il rilevamento topografico; rilievi geomatici; uso di Gis su cartografia tecnica e catastale; valutazioni immobiliari, urbanistiche e ambientali; espropri e arbitrati. «Capacità cruciali – ha spiegato il professor Visintini – al servizio della popolazione e del territorio in tempi di Recovery Found e di “superbonus”, al servizio del patrimonio edilizio esistente e fondamentali nella sistemazione e valorizzazione del territorio naturale, urbano e della sostenibilità ambientale».
La nascita. Il corso è nato per volontà dell’allora rettore Alberto De Toni ed è stato impostato dal direttore del Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura, Marco Petti. «Per la stesura del piano di studi – ha spiegato Petti – ci siamo avvalsi delle indicazioni provenienti dai Collegi dei geometri e dagli allora Collegi dei periti del Friuli Venezia Giulia, nonché dei suggerimenti forniti dai dirigenti scolastici degli istituti tecnici della regione». Fin dall’attivazione è stata posta particolare attenzione verso gli studenti liberi professionisti che hanno già svolto il praticantato e acquisito l’abilitazione. «Il dipartimento – ha evidenziato il professor Petti – ha realizzato principalmente per loro un’aula multi-mediale per la video-registrazione delle lezioni. Questo ha favorito l’iscrizione di diversi liberi professionisti, stimolati dalla possibilità di laurearsi nel settore dove stanno esercitando le loro attività, anche non potendo seguire continuativamente le lezioni». Le registrazioni, fin dall’anno accademico 2018/2019, sono disponibili per tutti gli studenti.
«È motivo di grande soddisfazione per la categoria dei Periti industriali – sottolinea Sergio Comisso, vicepresidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e periti industriali laureati e presidente del Collegio di Udine nel 2018/19, anno di attivazione del corso – vedere i primi laureati di questo nuovo percorso formativo. Del resto il principio chiave delle lauree professionalizzanti, sul quale abbiamo sin da subito lavorato in sinergia con l’Università, è proprio quello di creare il canale formativo che ancora mancava nel nostro Paese. Una vera rivoluzione per formare i profili tecnici che servono per vincere la sfida di ripresa e resilienza».
La commissione di laurea era composta dal presidente Marco Petti e dai relatori, Alessandra De Angelis, Margherita Pauletta, Giovanni Tubaro, Domenico Visintini e Matteo Zambon. A questa prima sessione di laurea del corso erano presenti anche l’ex rettore Alberto De Toni e i rappresentanti di Ordini e Collegi: il presidente dell’Ordine dei periti industriali di Udine, Daniele Mansutti; il presidente del Collegio dei geometri e geometri laureati di Udine, Lucio Barbiero; il componente della Commissione di tirocinio per i geometri, Elio Miani, già presidente del Collegio di Udine nell’anno di attivazione del corso; il componente della Commissione di tirocinio per i Periti industriali, Alessandro Magrini.
«È con orgoglio e soddisfazione – ha detto Barbiero – che accogliamo le prime lauree del corso Tecniche dell’edilizia e del territorio istituito tre anni fa presso l’Università di Udine. Il corso professionalizzante, caratterizzato dai primi due anni dalle lezioni accademiche e il terzo dai tirocini professionalizzanti si avvia a diventare anche abilitante in quanto consentirà l’iscrizione all’albo professionale in modo automatico al conseguimento della laurea. Il nostro sistema economico ha estrema necessità di queste figure tecniche intermedie capaci di tradurre in concretezza le grandi sfide della transizione ecologica affrontando problematiche estese ad ambiti del territorio naturale ed edificato nella direzione della sostenibilità ambientale. Apprezzamento inoltre per l’alto valore professionale profuso dal gruppo dei docenti impegnati in questa esperienza e per il lavoro in atto ai fini dell’adattamento al corso di laurea L-P01 “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio” istituita dal Decreto ministeriale 446/2020».
«Oggi – ha evidenziato De Toni – celebriamo finalmente il compimento, tra i primi in Italia, di un percorso lungo e faticoso partito nel lontano 2004 tenendo alte le bandiere dell’Università di Udine, delle lauree professionalizzanti e degli ordini professionali».