Il giudice monocratico Matteo Trotta ha condannato per vari reati tra i quali l’omicidio colposo, 13 imputati, alcuni dirigenti di Italcantieri (oggi Fincantieri) e di ditte che operavano in subappalto, in merito alla morte di 85 lavoratori dei cantieri di Monfalcone (Gorizia) causata da malattie professionali asbestocorrelate. Le pene oscillano da 2 anni a 7 anni e sei mesi.
Le condanne più pesanti riguardano Vittorio Fanfani, di 93 anni, e Manlio Lippi, ex direttori dell’ Italcantieri; condannato a quattro anni e quattro mesi anche Corrado Antonini, ex direttore generale Italcantieri. Sono stati invece assolti i responsabili della sicurezza interna al cantiere di Monfalcone (Gorizia) e i titolari delle ditte che operavano in subappalto per conto di Italcantieri: si tratta complessivamente di 22 persone su 35 imputati. Alla lettura della sentenza hanno assistito in maniera composta i responsabili delle associazioni esposti amianto della regione, il presidente della Provincia di Gorizia Gherghetta, il sindaco di Monfalcone Altran e le vedove degli operai morti per esposizione alla fibra d’amianto. Alcune condanne sono state inferiori alle richieste del pubblico ministero, così come alcune provvisionali, le cui cifre oscillano da 12 mila a 250 mila euro, nei confronti di enti e istituzioni e dei parenti delle vittime. Alcuni di questi avevano già trovato un accordo in separata sede prima del giudizio. Questo è il primo maxiprocesso per malattie professionali legate all’esposizione a fibre di amianto nell’ Isontino; è durato oltre tre anni e si è concluso alla 94/a udienza; gli imputati erano 35, in posizioni diverse, per fatti relativi agli anni 70/80