Procreazione assistita Sacile è riferimento  per Fvg

Procreazione assistita Sacile è riferimento per Fvg

Un’attività che dimostra come le eccellenze non debbano trovare posto solo negli hub del Friuli Venezia Giulia ma che possono operare con grandi risultati anche nella rete territoriale.”
Lo ha detto il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi partecipando oggi a Sacile alla conferenza stampa nel corso della quale è stato presentato l’assetto complessivo della Struttura Organizzativa della Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) e le nuove linee di attivazione previste.
Il servizio eroga prestazioni e organizza percorsi diagnostico-terapeutici accurati per il trattamento dell’infertilità, compresa la preservazione della fertilità, nei pazienti giovani affetti da patologie neoplastiche, mediante criopreservazione degli spermatozoi e degli ovociti. Offre inoltre attività ambulatoriale diagnostica e consulenze.
Alla presenza del sindaco Carlo Spagnol, del direttore generale dell’Asfo Joseph Polimeni e dal direttore della struttura Giuseppa Fuggetta, l’esponente dell’esecutivo regionale ha posto in evidenza l’importanza di un centro che rappresenta una eccellenza nel panorama della sanità del Friuli Venezia Giulia.
“Nonostante le difficoltà legate alla pandemia – ha detto Riccardi nel suo intervento – guardando i numeri fatti registrare anche nel 2020, il centro di Sacile ha svolto una quantità di lavoro interessante che dimostra non solo la piena operatività della struttura ma anche la capacità di attrazione che questo centro ha a livello regionale. Dall’inaugurazione di due anni fa, ora si stanno raccogliendo i frutti di quanto seminato allora; inoltre nell’atto aziendale che si sta completando, sono certo che l’attività di questo servizio troverà gli spazi adeguati che gli consentiranno di proseguire lungo il percorso intrapreso”.
“L’esperienza di Sacile – ha aggiunto Riccardi – dimostra inoltre con chiarezza che importanti attività come questa della struttura di procreazione medicalmente assistita non debbano per forza trovare spazio all’interno degli hub della sanità regionale ma possano operare al meglio anche a livello territoriale. D’altro canto questa città ha già dato prova, in diverse altre circostanze, del valore delle proprie specialità al servizio dell’intera collettività provinciale e regionale. L’importante è che, in un’ottica di più vasto raggio, non si vengano a creare sovrapposizioni che invece rappresenterebbero un danno per il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia”.