Qualità dell’aria: un 2011 fra alti e bassi in Friuli

inquinamento2_c

relazione ARPA FVG  13 gennaio 2012 – L’anno appena conclusosi è stato decisamente caratterizzato da alti e bassi per quanto riguarda la qualità dell’aria sulla nostra regione. Così come richiesto dalla vigente normativa (D.Lgs 155/2010), il calcolo effettivo dei superamenti relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2), oltre che dei valori obiettivo per l’ozono (O3), richiederà però ancora diverse settimane prima di poter essere ufficializzato. Ciò nonostante, con i dati attualmente in nostro possesso, possiamo già anticipare alcune tendenze generali che hanno caratterizzato il 2011.
Materiale particolato (PM10)Per quanto riguarda le polveri sottili, dopo due anni discreti (2009 e 2010), nel 2011 le concentrazioni di questo inquinante sono tornate ad aumentare, superando i limiti fissati sui valori
giornalieri sia nelle province di Pordenone e Trieste (quasi 50 superamenti)(*) che in quella di Udine (più di 40)(*). Questo aumento, più che a variazioni nelle emissioni è certamente connesso al comportamento meteorologico del 2011, caratterizzato da frequenti periodi di alta pressione e da una generale mancanza di venti provenienti da nordest che, climaticamente, favoriscono il ricambio
delle masse d’aria sulla nostra regione.

Biossido di azoto (NO2)
Più complessa da analizzare, invece, è l’andamento del biossido di azoto (NO2) nel corso del 2011. Ci sono stati, infatti, ancora dei superamenti del limite sulle concentrazioni annuali,  fissato a 40 ?g/m3, nelle principali aree urbanizzate (capoluoghi di Provincia, ad eccezione di Gorizia) ma le concentrazioni di questo inquinante nelle stazioni di fondo urbano sono state dell’ordine dei 20-25 ?g/m3, inferiori a quelle degli anni precedenti. Questa tendenza positiva
potrebbe essere collegata al rinnovo del parco veicolare circolante. Gli ossidi di azoto, infatti, sono emessi soprattutto dalle automobili, oltre che dagli impianti industriali. E’ comunque probabile che anche la congiuntura economica negativa abbia giocato un ruolo importante nel contenimento delle
concentrazioni degli ossidi di azoto, la qual cosa dovrebbe farci riflettere, se è vero come sembra che la riduzione dei consumi possa produrre un miglioramento tangibile nella qualità dell’aria, quindi della nostra salute.
Per quanto riguarda il numero di superamenti del valore limite orario del biossido di azoto (fissato a 200 ?g/m3 da non superare più di 18 volte in un anno), questi sono stati piuttosto elevati nelle stazioni di traffico, in alcuni casi assommando anche a 14 episodi. L’interpretazione di questo elevato numero di superamenti richiederà ulteriori approfondimenti, ma un ruolo importante in
questo contesto potrebbe essere rappresentato proprio dalle frequenti condizioni di ristagno atmosferico, che, statisticamente, influiscono più sui singoli episodi che non sulla media annuale.

Ozono (O3)
Per quanto riguarda l’ozono, invece, l’anno appena conclusosi ha visto un generale aumento nel superamento dei valori obiettivo giornalieri (più di 60 contro una media di circa 40 nel triennio 2008-2010)(*), questo è sicuramente ascrivibile al maggior numero di giorni soleggiati (170 contro una media di 150), l’ozono infatti si forma a seguito di complesse reazioni chimiche favorite
da intensa radiazione solare.
In conclusione, se è vero che nulla possiamo per influire sull’andamento meteorologico, molto di più possiamo fare sia con interventi strutturali che coinvolgano in generale il sistema dei trasporti, le attività produttive e i consumi domestici, ma soprattutto nel breve termine, anche con
dei comportamenti virtuosi, dato che l’inquinamento tutti ci riguarda non solo perché tutti respiriamo l’aria, ma anche perché tutti inquiniamo