“In un comunicato ufficiale pubblicato dal ministero dell’Interno, una fonte del Dipartimento dell’informazione ha smentito le informazioni pubblicate dai media occidentali secondo le quali l’accademico italiano Giulio Regeni sarebbe stato arrestato da elementi appartenenti ai servizi di sicurezza prima della sua morte”: lo riportano molti media egiziani tra cui l’agenzia ufficiale Mena.
Sette costole rotte, segni di scosse elettriche, lesioni traumatiche e tagli inferti con lame affilate su tutto il corpo. L’autopsia sul corpo martoriato di Giulio Regeni confermerebbe la tortura. Pur essendo stata secretata dalla Procura generale del Cairo, una fonte medico-legale avrebbe rivelato alcuni dei contenuti all’agenzia Reuters. Ma il procuratore capo nega. –
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica a Roma Sergio Colaiocco, titolare dell’ inchiesta italiana sulla morte di Giulio Regeni, giunto ieri in Friuli, ha sentito la sorella di Giulio, Irene, e un’amica, entrambe nella qualità di persone informate sui fatti. Secondo quanto si è appreso, i Carabinieri del Ros e lo Sco della Polizia capitolina avrebbero acquisito anche materiale informatico fornito dagli stessi familiari dello studente. Il pm è arrivato ieri in occasione dei funerali a Fiumicello