Regionali 2013: Franzil, primarie PD aperte a tutti, ma forse no. Sinistra stanca dei tentennamenti

13 maggio 2012 –  Dura la reazione del segretario di Rifondazione comunista Kristian Franmzil all’annuncio di sabato del Partito Democratico di aver proclamato le primarie aperte anche ai non iscritti. Riceviamo e pubblichiamo:

L’Assemblea regionale del Pd ha avuto un esito parziale e contraddittorio. I dirigenti del Pd continuano a dimenticare che la loro cosiddetta, e secondo noi sciagurata, vocazione maggioritaria resta, appunto, una vocazione e non la realtà. Ovvero si comportano come se intorno a loro, in opposizione a Tondo, non ci fosse nulla, dimenticandosi degli esiti delle amministrative e della necessità di costruire una coalizione per poter raggiungere l’obiettivo di una vittoria alle prossime regionali.

Le primarie del Pd aperte a tutti, ma forse no, derivanti dall’evidente rinuncia della candidata principale, la segretaria Serracchiani, sono contraddittorie perché è del tutto evidente che chi del Pd non è non ha alcun motivo per recarsi a votare. Un cittadino che si riconosca nelle tesi delle sinistre, che abbia votato il movimento 5 stelle, che si sia ritirato nell’astensionismo, perché dovrebbe aiutare il Pd a risolvere i suoi problemi interni?

Inoltre, nelle votazioni, qualunque esse siano, il metodo è sostanza politica e non tecnica. Decidere chi potrà candidarsi e chi potrà votare non è delegabile a un gruppo tecnico, almeno che non sia una furbizia per trovare il metodo migliore per blindare il candidato che sarà scelto dopo le solite estenuanti riunioni interne.

Penso che, anche vista la sintonia delle rispettive posizioni nelle ultime settimane, sia arrivato il momento di costruire una relazione forte tra i soggetti politici della sinistra per costruire una propria base programmatica e una decisa posizione politica comune. La Federazione della sinistra, Sinistra ecologia e libertà, l’Italia dei valori ma anche le liste civiche di sinistra, la società civile ormai stanca di aspettare cosa deciderà il Pd, i movimenti portatori di elementi concreti di programma, credo debbano oggi impegnarsi a costruire uno spazio politico unitario.

Un metodo politico partecipato che sappia, semmai, rivitalizzare le stanche primarie che ci propongono, oppure farne a meno.