Udine, 18 mar – Si è svolto oggi a Trieste, nella sede della
Presidenza della Regione di Piazza Unità, un incontro con Lamya
Aji Basha, rappresentante della comunità Yazida, insignita del
premio “Sakharov 2016 per la libertà di pensiero” dal Parlamento
Europeo lo scorso dicembre.
L’incontro si è svolto all’interno delle attività del progetto
“Diamo un futuro agli Yazidi!”, finanziato dalla Regione Friuli
Venezia Giulia attraverso la legge alla Cooperazione allo
sviluppo.
Lamya Aji Basha, accompagnata da Mirza Dinnayi, rappresentante
dello Yazidi Council, ha incontrato i referenti del progetto, in
particolare del Servizio relazioni internazionali, insieme al
prof. Tiziano Agostini dell’Università di Trieste.
Il progetto “Diamo un futuro agli Yazidi!” è infatti promosso e
coordinato dall’Università di Trieste attraverso il Dipartimento
di Scienze della Vita, e sviluppato insieme all’Ateneo di Udine.
Il progetto prevede un intervento diretto in Kurdistan iracheno a
sostegno degli Yazidi e delle popolazioni vittime della violenza
dell’Isis, e si compone di due parti principali: il sostegno
psico-sociale a donne e bambini vittime e la mappatura del
patrimonio storico e culturale distrutto durante l’avanzata
dell’Isis.
La popolazione Yazida è una delle minoranze presenti in Iraq, in
particolare presente nel nord del paese, che dal 2014 è stata
bersaglio di una violenza estrema dell’Isis. Molte donne e
bambini sono stati rapiti e resi schiavi, e il progetto
finanziato dal Friuli Venezia Giulia intende intervenire proprio
a favore di queste vittime che sono state liberate, oltre che di
altre minoranze e di rifugiati e sfollati interni in Kurdistan
iracheno.
Lamya Aji Basha (premiata dal Parlamento Europeo insieme a Nadia
Murad) è una delle principali testimoni della violenza dello
Stato islamico, essendo stata rapita e venduta come schiava ben
quattro volte ed essendo sopravvissuta, diventando così una delle
portavoci di tutte le donne colpite e schiavizzate.
L’incontro a Trieste segue una missione regionale svolta sul
campo in Kurdistan alcune settimane fa e ha permesso di
condividere una linea di intervento mirata e di avviare
concretamente le attività previste per raggiungere il massimo
beneficio per le persone e le organizzazioni locali coinvolte nel
progetto.
ARC/Com/EP
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