New York, 15 mag – I corregionali rappresentano un’opportunità
per la Regione sia sotto il profilo della qualità delle relazioni
con gli Usa, che dello sviluppo della promozione economica e
della cultura.
Lo ha sottolineato la presidente della Regione Debora
Serracchiani che oggi, per la seconda giornata della missione
istituzionale e economica del FVG negli Stati Uniti, ha visitato
Ellis Island accompagnata dal console generale Francesco Genuardi
e da una delegazione di rappresentanti dei corregionali a New
York.
Della delegazione, organizzata con il supporto dei consoli
aggiunti Roberto Frangione e Isabella Periotto, hanno fatto parte
rappresentanti delle diverse identità culturali e linguistiche
che compongono la comunità dei corregionali all’estero della
regione: Eligio Clapcich e Chiara Barbo per l’associazione dei
Giuliani nel mondo; il tesoriere e il consigliere del neonato
Fogolâr Furlan “Friuli Big Apple” Giuseppe Clemente e Antonio
Volpe Pasini, assieme e Steve Paveglio, “captain” in congedo
della NYPD, la Polizia federale di New York, e figlio di
Giovanni, che passò per Ellis Island nel 1949 arrivando da
Navarons di Meduno.
Nella delegazione anche il direttore dell’Eraple Cesare
Costantini, che al termine della visita accompagnerà la
presidente all’inaugurazione del nuovo circolo dell’Ente
regionale Acli per i problemi dei Lavoratori emigrati del FVG in
Carmine Street a New York.
Molti di loro erano presenti agli Stati generali dei corregionali
all’estero che si sono tenuti a Trieste nell’ottobre scorso per
favorire una occasione di rilancio e l’apertura di una nuova fase
della politica regionale nel settore che tenga conto dei mutati
scenari e delle nuove esigenze delle comunità dei corregionali
nel mondo.
A illustrare la storia e quanto esposto nel museo che
Serracchiani ha visitato assieme all’assessore regionale
Cristiano Shaurli sono stati i “rangers” Sam Webb e Franco
Paolino: il parco di Ellis Island e della Statua della Libertà,
infatti, è uno dei parchi nazionali ed è gestito dalla National
Park Service.
L’isolotto alla foce dello Hudson nella baia di New York fu, tra
la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, il principale punto di
ingresso per gli immigranti che sbarcavano negli Stati Uniti –
accolse più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi – e
dal 1990 oggi ospita l’Immigration Museum.
Il picco più alto si ebbe nel 1907 con 1.004.756 persone
approdate. Nel 1924 vennero introdotte le quote d’ingresso – per
l’Italia 7.400 – e con la Depressione del ’29 furono ridotti
ulteriormente gli ingressi. Durante la seconda guerra mondiale fu
centro di detenzione per giapponesi, tedeschi e italiani fino a
che nel 1954 il Servizio Immigrazione lo chiuse definitivamente.
L’emigrazione italiana si è sviluppata in due flussi: il primo –
dal 1876 al 1900 – è quello caratterizzato per la gran parte da
emigrati del Nord Italia, soprattutto dal Friuli Venezia Giulia,
oltre che da Veneto e Piemonte. Dal 1900 in poi il flusso
riguardò quasi interamente il meridione d’Italia.
ARC/EP/ppd
Powered by WPeMatico