Sara’ ridotta la superficie del territorio agro-silvo-pastorale del Friuli Venezia Giulia sulla quale e’ possibile praticare l’attivita’ venatoria. L’applicazione di una recente sentenza della Corte Costituzionale, la 165 del 2009, in tema di riparto della competenza legislativa tra lo Stato e le Regioni in materia di caccia, ha infatti imposto alla Regione la necessita’ di rispettare i nuovi limiti dettati dal massimo organo giudicante della Repubblica.
La sentenza della Corte ha infatti stabilito che nel Friuli Venezia Giulia, dove l’intero territorio e’ sottoposto dalla normativa nazionale al regime giuridico di Zona faunistica delle Alpi, sia rideterminata la densita’ venatoria, ovvero sia ridotta la superficie sulla quale si puo’ praticare la caccia, e nel contempo sia diminuito il numero di licenze per ciascuna riserva.
“L’Amministrazione regionale – precisa l’assessore alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali e alla Caccia, Claudio Violino – per poter rispettare le nuove prescrizioni sta cosi’ delineando le prime azioni in tal senso”.”Il primo passo – specifica Violino – e’ stato quello di aggiornare la superficie del territorio agro-silvo-pastorale regionale, delimitando nel contempo la Zona faunistica delle Alpi, e fissando i criteri per l’individuazione delle aree da precludere alla caccia”.
“Le valutazioni dei tecnici – aggiunge l’assessore Violino – hanno comportato la riduzione di oltre 50mila ettari del territorio agro-silvo-pastorale della pianura da destinare alla caccia nella prossima stagione venatoria (2010/2011)”.
Nel contempo e’ in corso la ridefinizione della densita’ venatoria nelle riserve di caccia, al fine di ridimensionare la pressione venatoria ed evitare conseguenze negative sul patrimonio faunistico del Friuli Venezia Giulia. L’ultimo passo per l’adeguamento alla decisione della Corte Costituzionale sara’ quello di rideterminare il numero massimo di cacciatori per ciascuna riserva di caccia.
Deroghe alla riduzione dei permessi di caccia nelle riserve sono contemplati per quanti risiedono da almeno tre anni nel Comune sul quale intendono praticare l’attivita’ venatoria e anche per quanti, a prescindere dalla residenza, vorranno cacciare con un permesso annuale rilasciato dal direttore di ciascuna riserva, previa consenso dell’assemblea.
Fonte: Adnkronos