I sindacati dei pensionati Cgil-Cisl-Uil della provincia di Gorizia daranno tutto il loro supporto in ogni sede, a livello locale e regionale, per far sì che il centro diurno Alzheimer per anziani di Romans d’Isonzo rimanga aperto.
Fin dalla definizione dei piani di zona dell’ambito Alto Isontino ci siamop battuti perché il centro diurno Candussi fosse collocato all’interno del servizio sociale dei Comuni, e siamo ancora convinti che questa rimanga la strada più coerente per affrontare i drammatici problemi delle patologie cognitive legate alla demenza senile, un fenomeno destinato ad assumere una rilevanza sempre più vasta in un territorio come quello isontino, caratterizzato da una elevata età media della popolazione. C’è un pressante di progetti che rafforzino i servizi socio sanitari su questo vesante, senza abbandonare a se stresse le famiglie.
In presenza di una riforma sanitaria che ha nel rafforzamento dei servizi territoriali il suo obiettivo più importante, non è pensabile chiudere un servizio di sostegno alle tante famiglie che si sobbarcano ogni giorno un fardello così grande. Ha fatto molto bene quindi il sindaco di Romans d’Isonzo a non abbandonare il progetto e a tenere contatti con tutti quelli che ancora credono in un welfare più adeguato ai bisogni della popolazione. La soluzione di inserire la struttura di Romans all’interno dei servizi del Cisi è fattibile a patto che tutti i comuni partecipino a un progetto che veda coinvolto anche l’ambito Alto Isontino. Il cui disimpegno risulta a maggior ragione ingiustificabile nel momento in cui l’assemblea dei sindaci dell’ambito di Cervignano, attraverso una convenzione con il comune di Romans, punta ad allargare l’offerta di servizi ai propri cittadini.
Concordiamo che si debba ragionare in funzione di un territorio che è ormai di competenza della nuova Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, ma nell’ottica di un rafforzamento dei servizi. Come sindacato dei pensionatidaremo la più ampia informazione alle famiglie dei nostri iscritti, una platea di 70mila persone tra Isontino e Bassa Friulana, per promuovere l’accesso a un servizio che da un lato aiuta i pazienti ad affrontare la malattia e a rallentarne il decorso, dall’altro dà respiro ai familiari alle prese con un impegno assistenziale così pesante. Abbiamo inoltre sollecitato le nostre strutture regionali a sensibilizzare sul problema l’assessore Telesca, invitandola a mettere in campo le risorse necessarie per abbattere ulteriormente i costi del servizio ed estendere l’attività del centro di Romand a un bacino più ampio, comprendente anche i comuni del Cervignanese e del Palmarino. Il tema della struttura di Romans sarà anche al centro degli incontri che ogni anno svolgiamo con i sindaci in sede di contrattazione sociale su welfare e imposte locali.