“Vaccinati i volontari della Protezione civile regionale, circa un migliaio. Si tratta di un obiettivo importante per mettere in sicurezza chi è impegnato in prima linea nelle attività di contrasto al Covid-19: nella logistica, nella distribuzione dei farmaci, offrendo assistenza alle persone e contribuendo a mantenere la migliore organizzazione nei centri vaccinali”. Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, presente al primo giorno di inoculazione dei volontari, nel centro vaccinale predisposto all’ente Udine e Gorizia fiere spa in via della Vecchia Filatura a Martignacco, accompagnato dal direttore generale dell’Asufc, Massimo Braganti, dal direttore generale della Protezione civile Fvg, Amedeo Aristei e da Denis Caporale direttore dei Servizi sociosanitari e facente funzioni presso il Distretto di Udine. “L’operazione non grava sul sistema sanitario perché realizzata in modo autonomo dalle forze del sistema di protezione civile – ha precisato Riccardi -. Grazie ai sei vaccinatori presenti, nella giornata odierna, si potranno vaccinare 1000 persone con AstraZeneca”. La vaccinazione proseguirà fino a esaurimento della platea dei volontari nei fine settimana, ad eccezione della giornata di Pasqua, che verrà recuperata il giorno successivo. “Su 10.000 volontari – ha spiegato Aristei – contiamo di vaccinarne almeno 7000”. “Una volta terminata l’immunizzazione dei volontari – ha precisato Riccardi – i vaccinatori verranno messi a disposizione per immunizzare le altre categorie previste dal piano; si tratta dunque di un valore aggiunto per il territorio”. A margine della visita al centro vaccinale di Martignacco, il vicegovernatore ha commentato il provvedimento, allo studio del Governo nazionale, per rendere obbligatoria la vaccinazione ai sanitari: “E’ una misura necessaria, l’ho indicato da tempo e vedo con soddisfazione che il provvedimento prende forma. Leggo poi nelle parole del presidente del Consiglio una grande determinazione per proseguire nella direzione auspicata. La vaccinazione non riguarda, infatti, solo il singolo individuo ma anche la sicurezza delle persone che ci sono vicine, quindi se all’interno di un contesto di sanità pubblica, qualcuno per le proprie convinzioni mette a rischio la salute degli altri, è chiaro che deve scegliere di occuparsi d’altro”
Posted inCRONACA