Trieste, 19 feb – E’ un piano che si pone l’obiettivo di
sostenere e assistere le persone che sono state esposte
all’amianto, garantendo la presa in carico e la continuità delle
cure: prevede, alla base, il coinvolgimento del medico di
medicina generale che con le sue valutazioni indirizzerà il
paziente verso gli accertamenti specialistici del caso. Si
riassume in queste caratteristiche il “Percorso socio sanitario
assistenziale del soggetto esposto o ex esposto ad amianto”,
approvato dalla Giunta del Friuli Venezia Giulia su proposta
dell’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca.
Il Documento è il frutto di un ampio accordo tra il Centro
regionale unico amianto (Crua), l’Unità clinica operativa (Uco),
la Medicina del lavoro dell’Università di Trieste, i Servizi per
la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, il Centro
regionale ausili, varie associazioni e i medici di medicina
generale.
Proprio i mdici di famiglia sono Al vertice del diagramma
elaborato per rappresentare graficamente il percorso di presa in
carico. Ad essi, infatti, devono rivolgersi in prima istanza le
persone iscritte nel registro regionale degli esposti all’amianto
istituito con la legge regionale 22/2001. E, comunque, nel caso
il paziente non abbia ancora provveduto a far domanda
d’iscrizione, sarà proprio il medico di medicina generale a
suggerire la registrazione.
L’appartenenza all’elenco degli esposti all’amianto è infatti il
requisito per ottenere un tesserino individuale, strumento chiave
nel Piano approvato dalla Regione. Chi possiede l’identificativo,
infatti, potrà godere dell’esenzione del ticket nei vari passaggi
dell’assistenza ai pazienti.
Il primo passo è comunque la consultazione del medico di
famiglia. Se questi dovesse riscontrare nei pazienti esposti
all’amianto dei disturbi dubbi, indirizzerà il sospetto malato in
un percorso di valutazione che si snoda tra i vari centri
sanitari inclusi nel Piano regionale. L’obiettivo, ovviamente, è
l’individuazione precisa di una patologia.
Nel caso in cui, dunque, da una prima valutazione apparissero dei
sospetti di patologia amianto-correlata, il percorso prevede
accertamenti specialistici di secondo livello, con eventuale
ricovero in un centro specializzato. Altrimenti per il paziente
sarà comunque predisposto un programma di controlli periodici.
Questo iter sarà adottato in 12 mesi su tutto il territorio
regionale. La delibera approvata dalla Giunta regionale, infatti,
assegna all’Area promozione salute e prevenzione della Direzione
centrale salute il mandato di mettere in atto, entro un anno,
ogni necessaria iniziativa per l’applicazione del Documento in
tutto il Friuli Venezia Giulia.
ARC/PV/ppd
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