Martedì 24 dicembre, con una solenne celebrazione a San Pietro, Papa Francesco ha aperto il Giubileo 2025 a cui lo stesso Santo Padre ha voluto dare il tema «Pellegrini di speranza». L’evento, tuttavia, non riguarda solo la città eterna: nella bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, Papa Francesco ha stabilito che «domenica 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali, i Vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare». Anche nell’Arcidiocesi di Udine, quindi, il 29 dicembre si aprirà il tempo santo dell’anno giubilare con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba alle ore 16 in Cattedrale a Udine. Alla celebrazione sono invitati – con una grande convocazione – tutti i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, i fedeli dell’Arcidiocesi udinese.
La celebrazione
Alla venerazione della croce da parte dell’assemblea farà seguito la memoria del Battesimo. Dopodiché la celebrazione proseguirà con l’Eucaristia, la cui solennità sarà ulteriormente arricchita da letture e preghiere proclamate nelle diverse lingue dell’Arcidiocesi udinese. Si professerà la fede con il Simbolo aquileiese. Ad animare la liturgia sarà la Cappella musicale della Cattedrale di Udine.
La celebrazione sarà trasmessa e commentata in diretta su Radio Spazio a partire dalle 15.45.
Indicazioni per i concelebranti
Indosseranno la casula bianca, nella sagrestia della Cattedrale: l’Arcivescovo, il Vicario generale, i canonici del Capitolo metropolitano di Udine e dell’Insigne collegiata di Cividale, i Delegati episcopali, i Vicari foranei.
Presbiteri e diaconi indosseranno camice e stola bianca nella sagrestia della Cattedrale.
Tutti loro si recheranno poi nell’oratorio della Purità per l’inizio della celebrazione.
Cos’è il Giubileo
Il Giubileo è un anno speciale che celebra alcune ricorrenze della storia della salvezza. Dopo il primo Giubileo cristiano nel 1300, le scadenze per la celebrazione giubilare furono fissate da Bonifacio VIII ogni 100 anni. In seguito a una petizione dei Romani fatta a papa Clemente VI (1342), il periodo fu ridotto a 50 anni. L’ultimo a celebrare un Giubileo cinquantennale fu papa Niccolò V nel 1450, infatti da Paolo II il periodo intergiubilare fu portato a 25 anni, e nel 1475 un nuovo Anno Santo fu celebrato da Sisto IV. Da allora i Giubilei ordinari si svolsero con periodicità costante.
Il Giubileo, tuttavia, affonda le sue radici nell’Antico Testamento, in particolare nel libro del Levitico. Vi si prescrive l’istituzione dell’anno sabbatico, che consiste nel far riposare la terra e nel condonare i debiti alla scadenza di sette anni. Queste stesse regolamentazioni vengono ribadite ogni cinquantesimo anno, vale a dire al compimento del settimo ciclo di sette anni sabbatici (Lv 25,8-17;23-55).
La concessione dell’indulgenza è un elemento tipico degli anni giubilari. La prassi dell’indulgenza attesta ancora una volta la sovrabbondante misericordia di Dio, più grande di ogni traccia di fragilità nell’uomo. Essa si fonda sul deposito di fede, di carità e di preghiera che unisce i credenti in Cristo di tutti i tempi in modo che la santità di alcuni soccorra la fragilità di altri.
Altro elemento del Giubileo è il pellegrinaggio, una forma esistenziale peculiare che fa uscire il credente dal quotidiano e gradualmente lo introduce nell’inedito del mistero: chi torna dal pellegrinaggio in un certo senso ne è rigenerato. Nel pellegrinaggio l’uscita dal quotidiano e dalle sue esigenze diventa gradualmente tempo dell’affidamento all’Altro e luogo della conversione, della guarigione delle ferite, della redenzione, del ritrovamento della propria identità.
A differenza del Giubileo 2016, dalla valenza straordinaria, nell’Anno Santo 2025 non ci saranno “porte sante” nelle Diocesi del mondo. Le uniche porte sante saranno nelle quattro Basiliche papali maggiori di Roma.