“Questo è un luogo di accoglienza, di civiltà a cui teniamo particolarmente proprio per la storia, la cultura e la capacità della nostra comunità regionale di essere ospitale. Ed è anche un presidio sanitario, molto attrezzato, dove si fanno controlli molto accurati, per offrire le migliori garanzie di salute ai profughi e naturalmente alla nostra popolazione”. Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, visitando l’area attrezzata dalla Croce Rossa dove vengono accolti i profughi nell’ambito della operazione “Mare Nostrum”. Nella struttura, coordinata dal Prefetto di Udine, operano volontari che si alternano giorno e notte per prestare assistenza. Da luglio nell’area sono arrivate circa 120 persone, di diverse etnie, prevalentemente da Siria, Eritrea, Etiopia. Spesso famiglie intere con bambini piccoli. “Voglio rassicurare i cittadini – ha aggiunto Serracchiani – sul fatto che qui c’è la massima attenzione per i controlli sanitari e che stiamo facendo il nostro lavoro per dare garanzie di salute non soltanto ai migranti ma anche ai nostri concittadini”. Dall’inizio dell’operazione “Mare Nostrum” il Friuli Venezia Giulia è stato raggiunto da tre mila persone. Al momento nelle varie strutture di accoglienza nelle quattro province ne sono presenti 821. “Oltre 2000 hanno già lasciato la nostra regione per raggiungere altre mete, generalmente il Nord Europa”, ha notato Serracchiani.
“Nell’Agenda europea quello dell’immigrazione deve rientrare tra i temi fondamentali”. Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che oggi a Palmanova ha visitato il centro di prima accoglienza per i profughi, allestito dalla Croce Rossa nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. “La Commissione europea – ha aggiunto Serracchiani – dovrà prendersi carico del tema dell’immigrazione, che per la prima volta dovrà configurarsi come una delle politiche comunitarie. Va rivoluzionato – ha spiegato Serracchiani – l’approccio avuto fino ad ora, non considerandola più solo una questione nazionale, che ogni singolo Stato doveva affrontare in solitudine. L’Italia naturalmente continuerà a fare la sua parte, come già sta facendo”. Rispetto alla proposta, avanzata dal centrodestra di fermare l’immigrazione direttamente in Libia , Serracchiani ha invitato a “non banalizzare: ricordo – ha detto – che in Libia è in atto una guerra civile, vi sono delle tribù armate che si stanno fronteggiando. Manca anche l’interlocutore politico con cui dialogare”.