Il Sistema della Ricerca FVG, che il Governo della Repubblica Islamica dell’Iran conosce perfettamente in tutte le sue articolazioni, è stato al centro oggi nella capitale persiana della riunione, di fatto già operativa, della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani con il viceministro delle Scienze, della Ricerca e della Tecnologia Vahid Ahmadi e il direttore generale per le Tecnologie dello stesso dicastero Khosro Piri.
E infatti all’incontro odierno si sono presentati i vertici di numerose Università iraniane e, tra gli altri, i rappresentanti del Centro per gli Studi scientifici internazionali, dell’Istituto per la Ricerca nelle Scienze fondamentali, del Centro sismologico persiano, tutte organizzazioni coordinate dal viceministro Ahmadi che lo scorso marzo è già stato ospite del Centro internazionale di Fisica teorica (ICTP) di Miramare, a Trieste, visitando anche le maggiori istituzioni scientifiche del capoluogo giuliano.
Centri di ricerca e istituzioni dedicati al trasferimento tecnologico di Teheran e Friuli Venezia Giulia pronti – come oggi è stato coralmente rimarcato – a rafforzare una collaborazione scientifica che già vede contatti e partnership in atto, ad esempio, con le Università di Trieste e Udine, con la SISSA, l’ICTP e il Centro internazionale per l’Ingegneria genetica e la Biotecnologia (ICGEB) sul Carso triestino.
Un panorama FVG che la presidente Serracchiani ha inquadrato – nell’indispensabile dialogo di interazione tra ricerca e impresa, settore nel quale l’Iran appare estremamente interessata – in quel coordinamento tra enti di ricerca e settore imprenditoriale che vede oggi il Friuli Venezia Giulia in seconda posizione in Italia per numero di start up innovative, con un incremento nei soli primi sette mesi 2015 di quasi il 41 per cento.
Un Friuli Venezia Giulia che ha puntato sulla “mobilità della conoscenza”, ha indicato sempre la presidente della Regione, a un’apertura internazionale sostenuta e favorita da uno stretto rapporto con il nostro Ministero della Ricerca: “agiamo – ha detto Serracchiani – in strettissimo concerto con le strutture ministeriali e il ministro Stefania Giannini”, che non a caso negli scorsi mesi è stata accompagnata proprio a Teheran dal rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia.
Serracchiani e Fermeglia hanno oggi illustrato ad Ahmadi come il Friuli Venezia Giulia abbia sviluppato la cosiddetta Smart Specialization Strategy / S3 (strategia di specializzazione intelligente) per concentrare l’impegno per l’innovazione dei sistemi produttivi e la contestuale valorizzazione del sistema scientifico.
In particolare – il tema ha suscitato l’interesse delle istituzioni scientifiche iraniane – la S3 del FVG mette in rete gli sforzi in materia di Ricerca e Innovazione in cinque aree di specializzazione del territorio regionale per concretizzare traiettorie di sviluppo smart nei settori agroalimentare, metalmeccanica, casa (domotica e nuovi materiali), smart health (nelle sue declinazioni BioMed, BioTech, BioICT), navale e nautico (costruzioni, logistica, servizi per la navigazione, diportismo nautico).
Un tessuto scientifico regionale che oggi è stato presentato, oltre che dal rettore Fermeglia a nome dei due Atenei di Trieste e Udine, dal direttore generale dell’ICGEB Mauro Giacca (l’Iran è legato al Centro triestino dal 2001, mentre già risultano conclusi una decina di accordi di trasferimento di tecnologie con industrie e laboratori iraniani), dal presidente di Friuli Innovazione Guido Nassimbeni, dal direttore del Polo tecnologico di Pordenone Giovanni Francesco Scolari, da Sandro Scandolo per l’ICTP e da Massimiliano Rudella, per AREA Science Park.
Sotto l’egida nel nostro Ministero degli Esteri, ha dunque affermato Serracchiani ad Ahmadi, il Friuli Venezia Giulia è pronto a sottoscrivere accordi specifici in più campi, dopo quelli già in essere con Serbia, Croazia e Slovenia, mentre è già stato confermato che una delegazione scientifica iraniana visiterà le strutture della scienza e della ricerca a Trieste e in regione nel corso del 2016.
Tra i primi, pronti a essere ratificati dopo la revoca ufficiale delle sanzioni economiche all’Iran, prevista a breve, quello tra Elettra Sincrotrone Trieste e l’ Institute for Research in Fundamental Sciences (IPM), con la possibilità di preparare il personale iraniano della nuova infrastruttura di ricerca persiana per l’utilizzo della radiazione di sincrotrone per il trattamento dei materiali, la cui costruzione (a Qazvin, a 150 chilometri da Teheran) è ipotizzato possa iniziare il prossimo anno.
Fermeglia inoltre ha avuto conferma dal rettore Mohammad Mehdi Tehranchi che già nelle prossime settimane potrà essere siglato un accordo di collaborazione tra l’Università di Trieste e la Shahid Beheshti University di Teheran per alcuni progetti comuni e lo scambio di docenti e studenti in particolare nei settori della fisica, della chimica, dell’economia e delle materie giuridiche.