22 Marzo 2012 – In Slovenia si vota domenica prossima per il referendum sul nuovo Codice della famiglia che prevede, fra l’altro, l’ampliamento di alcuni diritti delle coppie omosessuali, in primo luogo quello all’adozione limitata, ovvero il diritto di un componente della coppia ad adottare il figlio naturale dell’altro partner. La legge, votata l’anno scorso dal precedente parlamento con una maggioranza di centro-sinistra, è stata bloccata da un’organizzazione vicina alla Chiesa cattolica, che ha raccolto le 42 mila firme necessarie per indire il referendum. In caso di vittoria del no, la legge non potrebbe entrare in vigore e il parlamento non potrà legiferare in questa materia per i prossimi dodici mesi. Gli ultimi sondaggi danno una lieve maggioranza ai sì, ma l’esito è lontano dall’essere scontato. Accanto al diritto di adozione limitata per le coppie gay, il Codice introduce tutta una serie di provvedimenti con l’intenzione di adattare le norme alla situazione reale di molte famiglie slovene, come quelle monoparentali e alle sempre più numerose unioni eterosessuali di fatto, che rappresentano l’11 per cento di tutte le famiglie. Così, per esempio, la procedura della divisione dei beni in caso di divorzio dovrà tenere conto non solo dei redditi reali dei coniugi, ma anche del contributo non-finanziario, come i lavori domestici e la cura per la famiglia. Le statistiche ufficiali mostrano che il 55 per cento dei bambini nasce al di fuori del matrimonio tradizionale, mentre un terzo dei minori vive solo con uno dei due genitori. I sostenitori della legge spiegano che le nuove norme danno uguali diritti a tutti questi “nuovi” tipi di famiglia, con una particolare attenzione alla tutela dei diritti dei minori. Il fronte del no si oppone alla legge perché, come è stato detto, “invece di favorire e tutelare il tipo ideale di famiglia, composto da un uomo, una donna e dai figli, si vogliono mettere sullo stesso piano vari tipi di vita in comune, come se avessero lo stesso valore, e in questo modo ridefinire la famiglia tradizionale relativizzando i valori cristiani”. I contrari sostengono inoltre che l’approvazione della legge aprirebbe le porte alla legalizzazione della maternità surrogata o all’inseminazione artificiale delle coppie lesbiche. Oggi, in una dichiarazione congiunta, le tre maggiori comunità religiose, la Chiesa cattolica, quella ortodossa e quella islamica, hanno invitato gli sloveni a respingere la legge. “Il matrimonio e la famiglia sono fondamentali per lo sviluppo della persona umana e della società, e tutti abbiamo il dovere di proteggere la famiglia definita come unione di un marito, di una moglie e dei loro figli”, hanno scritto i capi religiosi sloveni. L’arcivescovo di Lubiana, Anton Stres, ha espressamente dichiarato di essere contrario a qualsiasi idea che le coppie gay possano avere diritti di adozione, poich? “il ruolo della madre e del padre per la crescita e lo sviluppo dei bambini è insostituibile”. “Prendere in considerazione solo i diritti individuali, e trascurare le relazioni sociali tradizionali e istituzionalizzate, potrebbe portare alla distruzione totale della nostra civilità”, ha aggiunto Stres. Dal 2006 in Slovenia è in vigore una legge che riconosce le coppie omosessuali, promossa tra l’altro dal centro-destra, mentre alcune stime indicano che le coppie gay con figli, alle quali si applicherebbero le norme sull’adozione limitata, sono appena un centinaio.
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