La solvibilità aziendale è un concetto determinante per ogni business. Tutte le aziende di successo, infatti, conoscono la sua importanza e sanno quanto possa essere determinante per la sopravvivenza di qualsiasi impresa. Di conseguenza, pur non essendo semplice, la solvibilità aziendale deve essere sempre tutelata e calcolata nella maniera corretta, così da poter anticipare eventuali imprevisti dannosi per l’azienda. Ecco perché oggi scopriremo insieme un approfondimento su questo elemento, verificando anche come si calcola nella maniera corretta.
Solvibilità e liquidità: quali sono le differenze?
Spesso i due termini vengono utilizzati come sinonimi, ma si tratta di un grave errore, perché esistono importanti differenze tra i due concetti. La solvibilità si riferisce alla capacità di un’azienda di far fronte ai propri obblighi finanziari a lungo termine: si parla dunque della sua capacità di coprire i propri debiti. La liquidità, invece, fa riferimento alla capacità di un’impresa di rispettare i propri obblighi finanziari a breve termine, come nel caso del pagamento dei fornitori (quindi le spese a stretto giro di posta).
In altre parole, la solvibilità è indice della salute finanziaria di un’azienda, ed è fondamentale per la sua stabilità nel lungo termine. Se non viene adeguatamente tutelata si corre il rischio di incorrere in atti pregiudizievoli, sui quali è possibile informarsi per mezzo di pagine di settore, essendo un argomento particolarmente delicato. La liquidità, invece, è una misura del flusso di cassa a breve termine di un’azienda. Una società, dunque, potrebbe avere liquidità ma non essere solvibile, e questo rappresenta un problema molto serio.
Come si calcola la solvibilità aziendale?
I fattori che contribuiscono alla solvibilità sono molteplici, tra cui la gestione delle attività e la gestione del debito, come quello contratto con le banche. Le aziende infatti spesso si rivolgono agli istituti per ottenere finanziamenti. Tuttavia, potrebbe essere più complesso per un’impresa ottenerne, dato che si rischia la stretta creditizia per chi non rispetta la tassonomia green dell’Ue.
Un’azienda che possiede molte attività e ha pochi debiti ha maggiori probabilità di essere solvibile, rispetto a un’azienda con poche attività e molti debiti. Allo stesso modo, un’azienda che genera profitti costanti ha una situazione molto più stabile, se messa a confronto con le società in perdita.
Come si calcola la solvibilità aziendale? Utilizzando l’equity ratio, o indice di capitale. Un’azienda con un elevato indice di capitale proprio è più solvibile rispetto ad un’impresa con un basso indice di capitale proprio, in quanto ha una maggiore capacità di ripagare i propri debiti. L’equity ratio, di conseguenza, è un indicatore fondamentale per comprendere se – e in che misura – una società è nelle condizioni di sostenere i debiti contratti, e di ripagarli rispettando le scadenze.
Inoltre, è bene precisare che ci sono professionisti che si occupano dell’analisi della solvibilità aziendale. In tal caso gli esperti effettuano una serie di verifiche e riportano le proprie analisi all’interno di un documento noto come report aziendale.