Sportello Antimobbing, 4000 colloqui in dieci anni di attività

Sportello Antimobbing, 4000 colloqui in dieci anni di attività

mobbing

 

E’ stato il decimo anno di operatività quello del 2016 per il punto di ascolto antimobbing della Provincia di Udine (attivo sia a Udine, nella sede di palazzo Belgrado, sia nella sede periferica Tolmezzo) che accoglie i lavoratori che hanno subito vessazioni sul posto di lavoro e attiva un percorso di accompagnamento personalizzato con l’assistenza fornita da un team di professionisti: l’avvocato Teresa Dennetta, la psicologa Gabriella Salanitro, il medico legale Antonia Serio, il medico del lavoro Andrea Campanile e la psichiatra Elisa Mattiussi. A coordinare l’equipe è la pedagogista Cristina Caparesi, ad accogliere gli utenti è l’operatrice Fede Fabbro. Oggi, lunedì 23 gennaio, a palazzo Belgrado, alla presenza dell’assessore provinciale Elisa Asia Battaglia il bilancio dell’attività svolta e il focus sul 2016 con la presentazione, da parte delle referenti, di alcuni casi emblematici conclusi durante l’anno.

 

Attività 2007-2016 Dall’apertura dello sportello (nato sulla base della lr 7/2005) al servizio si sono rivolti 1689 lavoratori, 1169 quelli presi in carico per diverse forme di vessazioni e malessere sul posto di lavoro o violazioni di diritti (70% donne, 30% uomini), circa 4 mila i colloqui forniti tra accoglienza, incontri specialistici e collegiali. Alcuni dei lavoratori presi in carico sono stati seguiti dai professionisti per mesi, a volte per anni, mentre la loro situazione evolveva. Tra gli utenti affiancati dal team, rientrano anche le 86 persone che si sono rivolte allo sportello anticrisi (l’unità che dal 2013 si occupa delle problematiche legate alle cartelle esattoriali).

 

Statistica 2016. L’anno scorso sono stati 199 complessivamente gli utenti in carico (di cui 6 le persone seguite dallo sportello anticrisi) cui è stato offerto un supporto qualificato garantito dalla forma dell’anonimato, 448 i colloqui  di assistenzarealizzati incontrando i lavoratori accompagnati, in alcune occasioni, anche dai sindacalisti.

 

Identikit utente tipo. Anche nel 2016 si conferma la tendenza degli ultimi anni con una prevalenza di donne seguite dal servizio nella fascia d’età compresa tra i 41 e i 50 anni con un diploma di scuola superiore, un contratto a tempo indeterminato nel settore privato con un profilo di impiegata o operaia.

Tipologie di molestie. Umiliazioni, critiche, eccesso di controllo sull’attività lavorativa, marginalizzazione dell’attività lavorativa ma anche attribuzione di incarichi eccessivi o svuotamento delle funzioni, la tipologia più frequente di vessazioni dichiarate dagli utenti. A metterle in atto nella maggior parte dei casi i responsabili, i titolari e in seconda battuta i colleghi pari grado.

 

Casistica. Tra i casi affrontati durante l’anno, ricordati dall’avvocato Dennetta, quello di un lavoratore che, dopo essere stato sorpreso a dormire durante il turno di lavoro notturno a seguito della somministrazione di un farmaco, è stato subito richiamato e convocato dall’azienda, e con la scusa apparente di subire un’azione di risarcimento danni, di essere stato sollecitato alle dimissioni (che trova già prontamente scritte). Chiama la moglie, l’avverte del problema e si dimette “per paura che gli mangino la casa”. Il Punto di Ascolto gli consiglia di revocare le dimissioni davanti al Giudice e si istituisce la causa che viene vinta dal lavoratore per essere stato costretto alle dimissioni. Tra i casi di successo anche quello di un lavoratore di un ente pubblico che, dopo un periodo di ottima collaborazione e scarsa conflittualità, comincia a notare un aggravio di mansioni subito dopo aver presentato una richiesta di congedo parentale. Nonostante fosse un diritto, tale richiesta, secondo il racconto del lavoratore, era stata percepita dal superiore come un modo per evitare determinati turni. Il lavoratore, per cercare di calmierare i conflitti, aveva dunque ritirato la richiesta di congedo parentale ma da quel momento erano cominciate tante contestazioni, anche 4 in 15 giorni. Si era perciò rivolto al Punto di Ascolto che, con il sindacato, dopo vari incontri sulle strategie di uscita, ha incoraggiato il sindacalista a informare i vertici dell’azienda con i quali veniva decisa un’osservazione dei comportamenti di questo superiore, seguita da un percorso di formazione per migliorare le sue modalità comportamentali. Questa iniziativa ha portato a migliorare l’ambiente lavorativo e a garantire il prosieguo in azienda all’utente. Portato a termine anche il caso di una lavoratrice che si è rivolta al Punto di Ascolto a seguito di ripetute vessazioni da parte di una collega che, approfittando del suo carattere mite, le delegava anche mansioni proprie. La signora ha chiesto aiuto per uscire da una situazione molto compromessa non volendo più tornare al lavoro. Insieme al sindacato è stata impostata una strategia che ha portato ad ottenere il massimo per un incentivo all’esodo con tutte le spettanze.

La collaborazione con le parti sindacali, ha riferito l’avvocato Dennetta, consente di verificare se il malessere è legato al singolo individuo oppure è collettivo e quindi di mettere in atto strategie diversificate.

L’assessore Battaglia sollecita la Regione a emanare il nuovo regolamento. Soddisfatta dell’operatività dello sportello fortemente voluto dalla Provincia di Udine ma anche sconfortata dall’elevato numero delle richieste di aiuto, l’assessore provinciale Elisa Asia Battaglia. “Molti cittadini hanno trovato un aiuto concreto e reale ai loro problemi; si è diffusa una maggiore consapevolezza riguardo alle vessazioni sul posto di lavoro e come si possano affrontare anche se la casistica rimane alta.  Importante è l’attività di prevenzione, ambito dove ritengo ci sia ancora molto da fare perché il posto di lavoro non sia più foriero di situazioni di malessere e sofferenze, perché le angherie non abbiano terreno fertile e i vessatori non si sentano liberi e autorizzati di agire contro colleghi o sottoposti”. Battaglia ha inoltre sollecitato la Regione Fvg ad emanare il regolamento correlato alle modifiche introdotte con la legge 6/2016 per dare continuità al servizio.

 

Obiettivo del punto di ascolto che si è confermato riferimento provinciale in materia di vessazioni e molestie nonché discriminazioni in ambito lavorativo per i cittadini, le istituzioni, i sindaci, le associazioni di categoria e i medici di base, è aiutare il lavoratore a conservare il posto di lavoro sostenendolo ed orientandolo nelle problematiche che evolvono nell’ambiente lavorativo. Il percorso è pensato per affrontare il disagio con interventi che aiutano a comprendere la situazione del lavoratore, forniscono strategie e strumenti di tutela con l’obiettivo di ridurre il malessere e migliorare il vissuto della persona sul lavoro. L’attività del Punto di Ascolto è stata molto intensa in questi anni a fronte di vessazioni in contesto lavorativo in continuo aumento.

 

Come si articola il servizio. L’accoglienza viene gestita dall’operatrice: il lavoratore viene invitato a parlare del disagio vissuto; l’analisi della situazione di malessere, l’orientamento e il sostegno sono gestite dai professionisti così come l’approfondimento e l’analisi del disagio vissuto dalla persona, che rimane sempre al centro del processo relazionale e decisionale, e viene aiutata a ricostruire la storia del rapporto lavorativo e di quegli aspetti che sono vissuti come traumatici e fonte di malessere, per comprendere le caratteristiche del disagio e trovare strumenti di risposta alle azioni vessatorie lamentate.

 

Il Punto di Ascolto della Provincia di Udine, a cui si può accedere liberamente ed in modo gratuito e con la garanzia del totale anonimato, come da regolamento regionale, non può offrire terapie mediche e psicologiche o assistenza legale in contenzioso, e non instaura processi stragiudiziali di soluzione dei conflitti, ma fornisce un supporto al lavoratore orientandolo verso strategie e percorsi personalizzati di uscita dalla situazione di disagio. Con il tempo si sono rafforzate le collaborazioni sul territorio provinciale per creare reti di aiuto a cui sono stati invitati a partecipare tutti gli enti preposti a contrastare il malessere del lavoratore: tutte le sigle sindacali, la Direzione Territoriale del Lavoro di Udine, i medici di base, le ASL 3, 4, 5, i patronati.

 

Orari del Punto Antimobbing: lunedì e mercoledì dalle 10 alle 18 e il giovedì dalle 10 alle 16 a Udine (0432-279752); il martedì dalle 11 alle 16 a Tolmezzo (0433-457014).