Juventus e Roma volano inarrestabili, a punteggio pieno, in vetta alla classifica. Un passo più indietro però, a sorpresa, c’è la nuova Udinese di Andrea Stramaccioni. Nove punti in quattro giornate e terzo posto in classifica, che le valgono l’etichetta di squadra rivelazione. A scommetterci, a inizio stagione, sarebbero stati davvero in pochi. Tanto più a guardare il calendario, che opponeva ai friulani, dopo l’esordio con l’Empoli neo-promosso, un filotto di tre gare dal coefficiente di difficoltà altissimo. Nell’ordine, Juventus, Napoli e Lazio. Raccogliere sei punti sui nove disponibili, che si aggiungono ai tre conquistati all’esordio, è impresa non da poco. Il passo falso allo Juventus Stadium, è un peccato “veniale”, già dimenticato. La sconfitta nella tana della Vecchia Signora, dove fare punti è e sarà difficilissimo per chiunque, ci può stare. Forse è stata proprio la chiave di volta della partenza in quarta dell’Udinese di Stramaccioni. Il tecnico romano ha sposato la causa bianconera friulana con entusiasmo. Quello tipico di chi ha voglia di rimettersi in gioco dopo la chiusura non brillante della parentesi all’Inter. E lo ha trasmesso alla squadra che, rientrata in campo dopo l’intervallo della gara con la Juventus, ha cambiato passo. Solida in difesa, pungente in attacco. E’ questa l’Udinese che Andrea Stramaccioni, tecnico giovanissimo ma con una notevole esperienza di gavetta nei settori giovanili di Roma e Inter alle spalle, sta plasmando a sua immagine e somiglianza. L’assetto a 4 in difesa, inventato per rispondere al meglio proprio alle caratteristiche di gioco simili di Napoli, Lazio e Parma, prossimo avversario, ha dato maggior equilibrio alla squadra, con due trequartisti alle spalle dell’unica punta, capitan Di Natale, che Stramaccioni si è potuto permettere di far rifiatare ieri sera all’Olimpico, trovando in Thereau un degno sostituto. Ora non resta che trovare conferme. A cominciare dalla prossima delicata sfida, lunedì sera con il Parma al Friuli, che Stramaccioni intende ritrasformare nel suo fortino. A Udine, insomma, non c’è tempo di cullarsi sugli allori.
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