Dal 1999, anno della loro istituzione, i Centri di Assistenza Agricola curano e istruiscono numerose pratiche essenziali per la vita delle imprese agricole, fungendo da “filtro” nel dialogo tra privati e pubblica amministrazione. Solo a titolo esemplificativo, si fanno carico delle attività connesse alla tenuta del fascicolo aziendale, all’accettazione e registrazione a sistema delle domande di premio o contributo, alla gestione delle anagrafi zootecniche, forniscono assistenza nell’applicazione delle regole di condizionalità in agricoltura, ma anche consulenza in ordine alle opportunità di finanziamento agevolato, nella contrattualistica e nella predisposizione ed aggiornamento del registro dei trattamenti.
Pensati come uno strumento di semplificazione amministrativa a tutto vantaggio e della parte pubblica, che viene sgravata dalla conduzione di molteplici istruttorie, e della parte privata, che può rivolgersi ad un unico e competente interlocutore per l’avvio e la definizione di molte pratiche connesse alla propria attività, in tempi recenti ricevevano nuova linfa grazie alla previsione contenuta nell’art. 4 del Collegato agricolo (legge n. 154/2016). Con tale norma, il legislatore statale rafforza la funzione dei CAA poiché, riducendo in maniera drastica i tempi delle istruttorie loro affidate, portandoli ad un terzo della durata originaria (da 180 a 60 giorni), valorizza la formazione del silenzio assenso per le istanze delle imprese presentate per il tramite dei CAA.
Previsione che, se effettivamente attuata anche a livello regionale, porterebbe una boccata d’ossigeno alle nostre imprese agricole, garantendo loro tempi contenuti e certi nella lavorazione delle pratiche, quindi risposte veloci alle istanze presentate agli apparati pubblici per il tramite dei CAA. Di più.
Un’ulteriore norma regionale, che ha modificato la legge finanziaria regionale del 2003 ma, ad oggi, rimasta inattuata, prevede altresì la possibilità di ampliare le funzioni esercitabili dai CAA proprio con riferimento al silenzi assenso cui si faceva riferimento sopra (art. 8 commi da 24 bis a 24 septies della L.R. 29 gennaio 2003, n. 1). L’esecutivo regionale, è indicato dalla legge regionale quale organo cui spetta disciplinare puntualmente le attività del CAA che consentirebbero alle imprese agricole di giovarsi di strumenti di semplificazione amministrativa molto avanzata quale il menzionato silenzio assenso nonché stabilire le modalità con cui i Centri possano rilasciare la certificazione sulla data di inoltro delle istanze alle pubbliche amministrazioni, di volta in volta competenti; oltre a individuare eventuali requisiti aggiuntivi rispetto a quelli già enucleati dal decreto MIPAAF del 27.03.2008.
La Federazione regionale della Coldiretti, ben conscia dei benefici che le aziende agricole possono derivare dall’attuazione, anche nel territorio regionale, di tali norme, e convinta che la migliore riforma del settore debba nascere e svilupparsi dal proprio interno, si è fatta parte attiva nella redazione di un documento che funga da supporto operativo al delicato compito cui è stata chiamata la Giunta regionale. I procedimenti in tale contesto individuati, e la cui istruttoria documentale può essere affidata ai CAA, spaziano dalle domande di riconoscimento delle fattorie didattiche e di quelle sociali (oggi affidate all’Ersa, ente strumentale della Regione), alle domande tese a ottenere il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica (attività dismessa dalla Provincia a partire dal 1 giugno 2016 e trasferita alla Regione), dalle domande volte all’ottenimento dei permessi a costruire in zona agricola (di competenza dei comuni ma, che presto verranno esercitate dalle U.T.I.), all’accertamento dei requisiti per l’esercizio dell’attività agrituristica (ora attribuita all’Ersa), alla cura delle domande ad istruttoria automatizzata del Psr, solo per citarne le principali.
L’obiettivo che Coldiretti sta perseguendo con ferma convinzione è quello di estendere e qualificare i servizi alle imprese agricole, garantendo loro un supporto trasparente rapido ed efficiente: in altri termini un servizio di prossimità, che venga svolto in piena sinergia con l’apparato pubblico che, spesso anche a causa delle continue riforme normative, trova difficoltà ad adeguare le proprie strutture e a rispettare i tempi per l’evasione delle pratiche, scaricando sui privati le inefficienze e i ritardi del sistema.
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