Tarvisio: Lega Nord “40 mila ingressi in tre mesi, c’è rischio sanitario”

Tarvisio: Lega Nord “40 mila ingressi in tre mesi, c’è rischio sanitario”

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TARVISIO “Sempre più grave e profonda l’emergenza profughi per il Friuli Venezia Giulia. Non bastano i numeri inquietanti: 40mila migranti sono transitati dal confine di Tarvisio nei soli primi tre mesi dell’anno. L’aspetto forse più allarmante risiede nell’allarme sanitario che questo esodo di massa implica. Mentre i migranti che arrivano dal Mediterraneo vengono sottoposti a controlli medici severi, chi perfora il confine nordorientale non viene visitato perché mancano spazi e strutture idonee. Risultato: l’invasione non provoca solo problemi di carattere sociale ed economico, ma rischia di portare in dote severe aggravanti di natura medico – sanitaria. Impensabile esporre cittadini e agenti delle forze dell’ordine al rischio di contrarre malattie. La Regione deve prendere provvedimenti anche su questo fronte”. Così Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, nell’annunciare una nuova interrogazione “all’indomani delle parole pronunciate dall’assessore Telesca, che non ci hanno affatto rassicurato. L’assessore conosce quale sia lo stato dell’arte a Tarvisio? Lo sa quali rischi corriamo, anche alla luce del fatto che ormai entrano una cinquantina di migranti al giorno? Se scoppia un focolaio, come lo si gestisce? I migranti non dovrebbero essere visitati immediatamente? Al 16 aprile le presenze di immigrati sul nostro territorio avevano superato le mille e 800 unità. Adesso quali sono i numeri?”. Ancora Zilli: “E’ evidente che gli strumenti indicati nel luglio 2014 in sede di Conferenza Unificata tra governo, Regioni e enti locali non sono idonei a fronteggiare questa invasione. In quell’occasione, erano state disciplinate le fasi del soccorso e prima assistenza propedeutiche all’accoglienza e all’integrazione. Nella nostra regione, la componente dei controlli sanitari manca completamente. La Regione eroga contributi agli enti locali che si dichiarano disponibili ad accogliere queste persone, ma non si occupa dell’aspetto centrale, ovvero la salute dei cittadini. La Regione se ne deve fare carico, e dovrebbe rafforzare i presidi sanitari in Alto Friuli, anziché smantellarli”.