Tassa di soggiorno in FVG: Federalberghi e Confcommercio in coro “NO”

Tassa di soggiorno in FVG: Federalberghi e Confcommercio in coro “NO”

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«Le voci sulla reintroduzione della tassa di soggiorno sono ricorrenti, ma ci stupiremmo che la giunta Serracchiani le assecondasse». Lo afferma la presidente di Federalberghi regionale Paola Schneider ribadendo la «totale contrarietà» dell’associazione a un nuovo balzello per un settore, gli albergatori, tra i più tartassati dalla pressione fiscale.
Una contrarietà che nasce anche dal fatto che i sindaci, «non mantengono mai le promesse di reinvestire le entrate comunali, come per esempio quelle provenienti dalla multe, a vantaggio della comunità». Eppure sarebbero tenuti a farlo, ricorda Schneider, stando al codice civile, che impone di utilizzare quelle risorse per la sicurezza delle strade, la cartellonistica, le opere viarie. «Tempo un paio di anni e anche gli introiti della tassa di soggiorno farebbero invece ben altra fine». Proprio come in Veneto, osserva il presidente di Federalberghi di quella regione Marco Michielli, vicepresidente nazionale: «Venezia raccoglie decine di milioni all’anno, ma senza che il territorio ne abbia alcun giovamento. Auguro ai colleghi del Fvg di evitare questa iattura».
Carlo Dall’Ava, responsabile turismo di Confcommercio provinciale di Udine, ribadisce dunque che «applicare la tassa di soggiorno significherebbe strozzare un segmento già in sofferenza». E annuncia «battaglia nel caso in cui le istituzioni intendessero portare avanti un’istanza che certo non nasce dalle imprese». Da parte sua la presidente regionale di Federalberghi Schneider si dice anche perplessa sull’istituzione nei Comuni interessati alla possibile reintroduzione della tassa di commissioni «che sarebbero solo consultive» dato che a oggi «non esiste una legge che obblighi i Comuni a seguire quello che dice la commissione». Ma «siamo anche contrari alla tassa di soggiorno perché, prima di chiedere un obolo al turista, sarebbe opportuno creare i servizi e le opere urbane di abbellimento dei centri storici», tanto più in un periodo di crisi «in cui non è proprio il momento di aggiungere tasse né a carico dei turisti, già in calo e con sempre meno capacità di spesa, né degli albergatori, che oltre a essere tassati da ogni parte dovrebbero qualificarsi come “agenti contabili di fatto” del Comune».
E ancora, aggiunge Schneider, «siamo contrari perché, mentre i Comuni hanno bisogno della tassa di soggiorno per far quadrare i loro conti, ci sono decine e decine di casi di concorrenza sleale dovuti alla proliferazione indiscriminata di esercizi abusivi, su cui i sindaci non esercitano alcun controllo, che inquinano il mercato turistico, in particolare a Trieste e nelle periferie delle grandi città, e generano un’offerta parallela che si sottrae a qualunque obbligo, a partire da quelli basilari in materia di igiene, sicurezza, lavoro , fisco e previdenza, per finire alle tasse comunali e alla registrazione come obbligo comunale».

Marchiori (Confcommercio Fvg): «Balzello inaccettabile»

Confcommercio Fvg, con il suo presidente Alberto Marchiori, ribadisce il suo altolà alla reintroduzione della tassa di soggiorno in Friuli Venezia Giulia. Un balzello inaccettabile «tanto più alla luce dei dati resi noti da Turismo Fvg che parlano di un calo delle presenze nel 2014 pari al 3%, con un più pesante a -7,8% nell’arco dei mesi estivi, di una presenza del turista straniero non superiore ai 4 giorni medi e di un autentico crollo in montagna: -30% di pernottamenti dal 2008 a oggi».
Di qui il deciso e reiterato «no» a qualsiasi ipotesi di ritorno alla tassa di soggiorno, «un aggravio che non avrebbe alcun senso in assenza di programmi di rilancio del settore e in presenza, invece, di assurdi piani del traffici, di isole pedonali prive di aree di sosta, di boutade che nulla hanno a che vedere con una seria programmazione organica per favorire l’accesso alle nostre località turistiche».