Teatro: a Udine “2984” rilegge Orwell – 6 febbraio 2012

2984

UDINE – Uno spettacolo che, rileggendo Orwell e il suo 1984, chiama a raccolta tutte le tecniche espressive (televisione, cinema, video-clip, animazione): lunedì 6 febbraio, alle 20.45, il “Giovanni da Udine” ospiterà 2984, scritto da Enrico Remmert e Luca Ragagnin e diretto da Emanuele Conte. Un evento teatrale davvero difficile da dimenticare perché, come ha scritto la critica, «sa colpire nel segno, fa indignare e muove pensieri».
Sono trascorsi mille anni dallo scurissimo futuro orwelliano, da quel terribile 1984, ma il Grande Fratello domina ancora la società. Anestetizza ancora le coscienze, predica ancora la sua cattiva novella. La sua utopia negativa. E soltanto pochi uomini, riuniti in un’organizzazione clandestina, possono tentare di resistergli. Fedele al romanzo, così spaventosamente moderno, 2984 abbatte le distanze fra sala e palcoscenico facendo galleggiare gli spettatori in un’atmosfera cupa e claustrofobica. Tra monitor, telecamere e il sound degli Einstürzende Neubauten…
Protagonisti della vicenda sono Winston e Julia, un membro del Partito Unico (chiamato, semplicemente, Il Partito) e una giovane ragazza, che vivono in un mondo dominato dai ministeri dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace (per le strade di Londra, una Londra da incubo, risuonano slogan come «La Guerra è Pace», «La Libertà è Schiavitù», «L’Ignoranza è Forza»). Aldo Ottobrino e Marina Remi interpretano, con intensità, i due innamorati, pronti a combattere il Sistema arruolandosi nella Resistenza, mentre Enrico Campanati presta il volto all’ambiguo O’Brien, importante funzionario in cui Winston vede una figura paterna.
Il testo di Remmert e Ragagnin mette in evidenza gli aspetti più  attuali delle pagine orwelliane, «come il continuo ricorso alla paura per limitare sempre più la libertà di scelta», la regia di Emanuele Conte restituisce la stessa coinvolgente (profetica) potenza del libro.
Spiegano i due drammaturghi: «In un futuro già avvenuto, e che urla nel presente, la società degli umani prova a vivere un’esistenza di minima dignità etica e sentimentale, dentro un tempo senza tempo e in uno Stato che è tutti i luoghi. Uno Stato là dove il respiro è eversione e la verità collettiva un mare color piombo in cui ogni onda si disfa e si riforma senza tregua, inghiottendo le memorie. E gli annegati sorridono, felici e riconoscenti».
Emanuele Conte, scenografo e regista, è stato uno dei più stretti collaboratori del grande Emanuele Luzzati. Ha iniziato a lavorare in teatro a metà degli anni ‘80, come fonico, e successivamente ha ricoperto tutti i ruoli tecnici del dietro le quinte fino a diventare Direttore di scena nei primi anni ‘90. La sua prima scenografia per il palco è arrivata nella stagione 1996/1997: quella di Road (regia di Sergio Maifredi), in cui si trova traccia dei primi esperimenti di scena integrata e di coinvolgimento del pubblico.
Per informazioni, contattare l’Infopoint del “Giovanni da Udine” (0432.248418), consultare il sito ufficiale (www.teatroudine.it) o iscriversi alla fan page (www.facebook.com/teatroudine).