Fra gli spettacoli più originali e divertenti della passata stagione, Oblivion Show, che vede protagonisti cinque “cantattori” cresciuti a pane e musical, sotto la divertita ma rigorosa guida di Gioele Dix, è uno spettacolo che travolge davvero il pubblico con la velocità delle gag, l’arguzia delle citazioni e dei riferimenti musicali e letterari, la sensazionale tecnica vocale,?l’incredibile precisione scenica.
Gli Oblivion utilizzano almeno un secolo di materiale musicale italiano servendosi delle canzoni come di un alfabeto privato, per costruire uno scintillante palinsesto canoro che intreccia cultura alta a cultura popolare, la tradizione musicale degli anni Venti al rock di Vasco Rossi, in perfetto equilibrio fra citazione e creatività, umorismo e commozione, nello stile del grande avanspettacolo italiano.
E c’è spazio anche per I promessi sposi in 10 minuti, vero e proprio micro-musical cliccatissimo su YouTube, e per le tragedie di Shakespeare in 8…
È un piacere dirigere gli Oblivion, cinque solisti che amano il gioco di squadra. Sono tutti ottimi cantanti, solidi sul piano tecnico e musicalmente versatili. Il loro repertorio spazia dal classico al pop, passano con disinvoltura dal canto gregoriano al rap, sono melodici e jazz. Ed è proprio il gusto per la contaminazione, unito all’innata vocazione per il palcoscenico, a renderli speciali. Hanno senso del comico e sanno mettersi in gioco anche come attori e attrici senza eccesso di pudore, pur non rinunciando al rigore richiesto dalle partiture. Il loro spettacolo è ricco di parodie, di riletture ironiche e di invenzioni drammaturgiche e musicali di straordinario impatto. Abbiamo lavorato insieme sui contenuti, sulle geometrie della scena e soprattutto sul ritmo. Una faticosa e felice avventura per la quale è valsa la pena spendersi senza risparmio.