Forni di Sopra (Ud), 26 ago – “Dobbiamo recuperare la saggezza
delle pratiche di lavoro e di manutenzione che ci sono state
tramandate da chi ha saputo lasciarci paesaggi che oggi sono
riconosciuti patrimonio dell’Unesco, osando anche modificarli con
rispetto, perchè questo è il miglior modo per valorizzarli”.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale al Territorio
Mariagrazia Santoro, intervenendo a Forni di Sopra alla terza
edizione di “Paesaggi contemporanei”, evento inserito nel
programma dei “Dolomiti Days” promossi dalla Regione Friuli
Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Dolomiti
Unesco.
Anche in veste di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco,
Santoro ha ricordato come la “fondazione sia da considerare come
tavolo attorno al quale si siedono gli amministratori dei
territori che sono stati riconosciuti dall’Unesco patrimonio
dell’umanità per decidere le strategie da mettere in atto in modo
coerente e condiviso per conservare e valorizzare gli stessi
territori”.
“Negli ultimi anni ‘paesaggio’ è diventata una parola piena di
tanti significati, ma credo che ragionare sull’azione che la
storia ha prodotto su un territorio sia assolutamente uno degli
aspetti più importanti”, ha sottolineato Santoro.
“Dobbiamo essere orgogliosi se Unione europea e Unesco hanno
riconosciuto alcuni nostri territori di valore mondiale o
comunitario: vuol dire che questi luoghi sono stati mantenuti e
gestiti nei secoli con accuratezza e ci sono stati tramandati con
valori paesaggistici fondamentali”.
“Il pericolo – ha messo in guardia Santoro – è che oggi noi
perdiamo questa saggezza nel ben operare e confondiamo una
astratta conservazione che mette sotto una campana di vetro
paesaggi e architetture con la vera e profonda salvaguardia: per
questo dobbiamo recuperare saggezza delle pratiche di lavoro,
manutenzione ma anche modifica dei nostri paesaggi perchè questo
è il miglior modo per valorizzarli”.
Santoro ha concluso sottolineando come “proprio giornate di
approfondimento come quella di oggi sono fondamentali, ponendo
l’attenzione sulla conoscenza: perchè non c’è amore per le cose,
non esiste ‘saper fare’ se esse non si sanno prima riconoscere”.
A introdurre i lavori di approfondimento di oggi sul tema de “la
cura del paesaggio” è stato lo stesso curatore di “Dolomiti
contemporanee”, Gianluca D’Incà Levis, spiegando l’operato del
laboratorio di “rigenerazione di grandi spazi paesaggistici” che
cura anche la terza edizione di quella che si configura come una
riflessione sullo stato e sul destino del paesaggio montano.
A introdurre le relazioni tecniche oggi sono stati il sindaco
Lino Anziutti, il vicepresidente della Provincia di Udine Franco
Mattiussi e la direttrice della Fondazione Marcella Morandini.
Ad accendere una serie di sguardi, ragionamenti e casi sullo
stato del paesaggio-patrimonio, su alcune pratiche di
coltivazione e rigenerazione della risorsa-territorio, sui
processi partecipativi, sul presente e futuro della montagna
contemporanea sono stati Annibale Salsa, antropologo, già
presidente del Cai-Club alpino italiano nazionale; l’architetto
Moreno Baccichet e Silvia Camporesi, artista, autrice del libro
“Atlas Italiae”.
Questa sera alle 21, invece, protagonista sarà Simone Sfriso,
curatore con Tamassociati del Padiglione Italia della Biennale di
architettura di Venezia 2016, che porterà alcuni esempi di cura
responsabile del paesaggio architettonico contemporaneo in un
intervento intitolato “Taking Care, architetture e paesaggi dei
diritti”.
ARC/EP/ppd
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