Un avviso di garanzia e’ stato recapitato oggi al direttore generale di Autovie Venete, Enrico Razzini, in qualita’ di Responsabile unico del procedimento (Rup) nell’ambito delle opere commissariali e rientra nell’ambito degli accertamenti avviati in seguito alla relazione dell’ispettore ministeriale Antonio Onorato. Il provvedimento, inviato dalla magistratura di Trieste, riguarda l’ipotesi di abuso d’ufficio nel conferimento di due incarichi annuali a un consulente esterno per il supporto alla gestione commissariale su tutti gli aspetti pubblicistici nelle procedure di gara, bandi e commissari contraenti. Nello specifico viene contestata la violazione di tre norme amministrative. In tesi d’accusa si sostiene che il Rup non avrebbe avuto la competenza nel conferire l’incarico. Inoltre avrebbe dovuto cercare tra le risorse interne prima di attingere alle esterne. La terza contestazione riguarderebbe la mancata pubblicazione del bando sul sito. ”Saremo in grado di chiarire tutto. Siamo convinti che sia frutto di un equivoco nella lettura della relazione dell’ispettore Onorato”, detto l’avvocato Luca Ponti, difensore di Razzini. Da parte sua, il direttore di Autovie ha puntualizzato che ”e’ in corso la predisposizione di un accurato dossier finalizzato a rispondere al Governo e, nella fattispecie anche al magistrato, su tutti i punti, compreso quello riferito alla consulenza, dimostrando la piena legittimita’ degli atti”Autovie Venete ha diffuso una nota secondo la quale “L’avviso di garanzia che è stato recapitato il 30 ottobre 2012 all’ingegner Enrico Razzini, Responsabile Unico del Procedimento nell’ambito delle opere commissariali, e riguardante un incarico di consulenza conferito a un professionista esterno, rientra nell’ambito degli accertamenti avviati in seguito alla relazione dell’ispettore Antonio Onorato.L’ingegner Razzini ha precisato che è in corso la predisposizione di un accurato dossier finalizzato a rispondere al Governo e, nella fattispecie anche al magistrato, su tutti i punti, compreso quello riferito alla consulenza, dimostrando la piena legittimità degli atti.”