TIRzan: rubrica a cura di Fabrizio Piras

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Camperisti, motociclisti, romanticoni e vacanzieri in genere. Aspiranti guru, meditatori dell’ultim’ora, amanti della natura e fuggiaschi. Desidero segnalarvi un luogo. Un luogo che, mannaggia a me, mi ci tocca inventar una parola nuova per render un po’ l’idea. Fantaorgasmico. Ecco si?, fantaorgasmico va bene, rende bene.
Sono le otto di un venerdi? mattina. Dopo una notte ristoratrice passata nel silenzio e nel buio piu? assoluti, quel silenzio tipico in cui si sente esclusivamente il rumore dell’orecchio e un buio cosi? nero che, guardando verso il cielo, si scorgono anche le stelle piu? minute e lontane, mi preparo per il veloce carico e il, relativamente lesto, rientro.
Mi trovo a Varzy, un paesino nel cuore della Francia, a meta? strada circa tra Auxerre e Nevers, nella regione della Yonne la prima e nella regione della Nievre la seconda. Comunque sempre Borgogna e?. Percorro un tratto di N151 fino a Clamency e successivamente, per raggiungere l’autostrada a Avallon, mi immetto sulla D951. Qui accade il miracolo. La strada e? pressoche? deserta, complice l’ora, cosi? posso viaggiare a un’andatura lenta e lasciare che gli occhi possano orgasmare di fronte al fantastico dipinto vivente che mi si para davanti. Da qui la parola coniata maldestramente all’inizio. In un continuo morbido saliscendi che sa di culla (la Francia e? in gran parte una morbida successione collinare), il verde dei prati e? come verniciato. Il contrasto cromatico con la terra arata a intervalli regolari e? impreziosito da bovini bianchi che brucano beatamente assorbiti nel loro modus vivendi alquanto calmo e pacifico. La strada, bella e invitante, lascia immaginare traiettorie e piegature con la due ruote, pennellate da mano sicura. Intanto rovi e alberi iniziano a esser magistralmente sporcati, nelle estremita?, dai caldi colori autunnali lasciando presagire un ormai prossimo tripudio di rossi, gialli, marroni. Questi alberi dalle chiome fitte e importanti, vicini l’un l’altro e tutti assieme, creano una naturale barriera a un castello che lascia mostrare unicamente le punte piu? alte della sua antica gloria. Solo la torre circolare maestra e? visibile quasi interamente. Si mostra con orgoglio ed eleganza ormai perduta. Da noi!
Dall’alto dei dossi, la nebbia e? visibile come una nuvola che ha deciso di atterrare floscia e silenziosa su porzioni di paesaggio regalando quel velato mistero che solo essa puo?. Intanto da est il sole spinge la sua luce che penetra nel ventre del bianco cosi? i raggi dell’astro sono visibili e contabili. Hanno il loro bel da fare a spinger via il batuffolone candido a forza di solletico.
Nel giro di pochi minuti, lo scenario fiabesco muta inevitabilmente, lasciando i contorni onirici e le sfumature di luce per contorni piu? marcati e valli aperte.
In quei pochi chilometri, percorsi immerso in un mondo di pace che mi ha spinto con la mente in qualche epoca passata, dandomi l’ennesima sensazione di esser gia? stato li? (in altre vite ho abitato in Francia sicuramente), mi sono sentito altrettanto bene e in sintonia col momento e con i posti attraversati, che consiglio di visitare se volete farvi un regalo prezioso.
Buona strada.

Fabrizio Piras