Per il secondo anno la chiusura della Stagione di prosa della Carnia viene affidata alla compagnia nata dall’esperienza della locale Accademia Sperimentale Spettacolo. Gli allievi-attori dell’Accademia saliranno sul palco del Teatro Luigi Candoni sabato 18 aprile alle 20.45 interpretando L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde. Lo spettacolo, come detto, chiude la stagione di prosa promossa da ERT e Comune e viene presentato fuori abbonamento. Dopo molteplici prove – ultima delle quali La vedova scaltra di Goldoni, presentato questa stagione anche nel circuito regionale – questo gruppo di attori, cresciuto negli ultimi anni sotto la direzione di Alessandro Mistichelli e con l’apporto di laboratori con professionisti esterni, affronta quindi un altro classico.
The importance of being Earnest fu rappresentata per la prima volta a Londra il 14 febbraio 1895 ed è a tutt’oggi tra le commedie più rappresentate al mondo. Nel comporla Wilde si ispirò alle society plays e alle well-made plays rese famose in Francia da Sardou e in Inghilterra da G.S. Gilbert, dal quale Wilde prese lo stile recitativo dei personaggi che non devono enfatizzare le battute ma devono invece rimanere imperturbabili anche dicendo i più assurdi paradossi. Il titolo è di per sé un gioco di parole basato sulla parola “earnest”, che significa non solo onesto ma anche serio, zelante, fedele, un concetto chiave in epoca vittoriana, e il nome Ernest (che in inglese si pronuncia esattamente come earnest), sul quale si basano tutte le ipocrisie, le menzogne e le falsità della commedia. Lo scopo di Wilde era ovviamente fare una satira contro la falsa morale vittoriana e intanto mostrare a suo modo il tema del doppio, anch’esso centrale in epoca vittoriana, durante la quale molte persone rispettabili conducevano una doppia vita, spesso nascosta. Wilde inoltre inserì in una commedia che sembra trattare i tipici temi del melodramma vittoriano, la figura del Dandy, una persona estremamente attenta alla propria apparenza e che pur apparendo molto immorale in un primo momento, alla fine si rivela al contrario dotato di una forte moralità, proprio come L’importanza di chiamarsi Ernesto può apparire come una commedia leggera e fatta di non-sense mentre in realtà nasconde un feroce attacco ai moralismi e all’ipocrisia dell’epoca.
Il cast della pièce è composto da Sara Bazzo, Chiara Cerato, Teresa De Prato, Gabriele Della Schiava, Chiara Di Ronco, Barbara Fedele, Mariadora Martinis e Marco Plazzotta, ed è diretto da Alessandro Mistichelli, anche attore nel ruolo Padre Chasuble.
Maggiori informazioni e prenotazioni chiamando l’Ufficio Cultura di Tolmezzo (0433 487961). Maggiori informazioni al sito www.ertfvg.it.