Studi scientifici, miti, leggende sulla mineralogia in Carnia. Se ne parla sabato 29 ottobre all’incontro “Carnia aurea – miniere e ricerca dei metalli preziosi tra storia e leggenda”, in programma a partire dalle 10.30 al Museo Carnico delle Arti Popolari Michele Gortani, in via della Vittoria 2 a Tolmezzo. Aprono i lavori Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo, e Massimo Peresson, presidente di Carnia Welcome.
Seguono le relazioni “Il ciclo geochimico dell’oro” di Giovanni Battista Carulli, già professore ordinario di Geologia all’Università di Trieste, “Miti e leggende sui metalli preziosi nel Friuli – Le “vene” d’argento in Carnia” di Roberto Zucchini, geologo e presidente della società cooperativa naturalisti M. Gortani, consulente del Museo Friulano di Storia naturale, “La lavorazione dei metalli preziosi” di Romano Pellegrina, maestro orafo, “Carnia aurea” di Domenico Molfetta, storico del territorio.
L’evento si chiude alle 13 con un pranzo a base di specialità carniche.
L’importanza che il territorio, assoggettato dai romani, aveva anche dal punto di vista minerario era testimoniato dalla presenza ad Aquileia del “praepositus aerarii” il cui compito era quello di provvedere anche ai salari dei minatori. Risalgono all’avvento del dominio temporale del Patriarcato (1077) i primi documenti, quali concessioni minerarie, attestanti la ricerca di metalli preziosi e il pagamento di censi, rendite, decime che testimoniano una continua attività di ricerca e di sfruttamento. Il Governo veneto, subentrato a quello patriarcale nel 1420, continuò ad essere interessato alle miniere d’oro e d’argento ma, in periodo di guerra, fu anche il ferro a recitare una parte da protagonista. Col passare dei secoli l’economicità dello sfruttamento dei minerali locali venne a scemare a causa dell’alto costo del lavoro e della limitata potenzialità dei giacimenti.